mercoledì 28 dicembre 2011

Monti teme lo spread. Anche il Tesoro fugge dai Btp

Piazza Affari maglia nera in Europa (-0,99%) e spread stabile sopra i 500 punti. Spumante e panettone non hanno, purtroppo, addolcito il giudizio dei mercati sul nostro Paese. In barba alla manovra salva-Italia, o forse a causa di essa viste le spinte recessive che arriveranno dalla stretta fiscale messa a punto da Mario Monti, l’assedio prosegue senza sosta. Al punto che il premier sembra intenzionato a correre ai ripari anche attraverso una gestione più “dinamica” del debito pubblico. Il che significa, in soldoni, che dopo banche e investitori anche il Tesoro si prepara a fuggire dai Btp.

Edison ai francesi, Edipower agli italiani

Difficile dire chi abbia veramente vinto la partita. Anche perché il serrato duello su Edison che ha tenuto banco per mesi sembra essersi risolto con la soddisfazione di tutti. I francesi assumeranno il controllo esclusivo del gruppo di Foro Buonaparte, con una partecipazione dell’80,7% del capitale, gli italiani avranno in dote il 100% di Edipower. È questa, in sintesi, la quadra trovata al termine di estenuanti trattative che si sono concluse nella notte tra il 26 e ieri. L’intesa prevede che Edf acquisti il 50% di Transalpina d’Energia (Tde), la holding che possiede il 61,3% di Edison, da Delmi, società che raggruppa gli azionisti nazionali, A2a e Iren in testa.

martedì 27 dicembre 2011

Le finestre Inps funzionano. Centomila pensioni in meno

La riforma delle pensioni c'era già. I sindacati che ora sono pronti a dare battaglia a colpi di scioperi e manifestazioni di piazza contro le nuove norme volute da Elsa Fornero forse non se ne sono accorti, ma le “finestre” di Giulio Tremonti nei primi undici mesi del 2011 hanno bloccato la bellezza di 94mila assegni previdenziali. Si tratta del 29,5% del totale delle erogazioni effettuate dall'Inps nello stesso periodo del 2010.

Le banche fanno festa strangolando le imprese

Le banche potrebbero riaprire i rubinetti per le Pmi. E non è detto che sia una buona notizia. Negli ultimi giorni si sono chiesti in molti cosa faranno le banche con la valanga di liquidità (489 miliardi di euro, 116 agli istituti italiani) piovuta dalla Bce con la maxi asta di prestiti a 3 anni. La speranza del governo, che non a caso ha inserito nel salva-Italia la possibilità di bollinare le obbligazioni bancarie con la garanzia del Tesoro, è che i soldi vengano utilizzati per acquistare titoli di Stato a mani basse.

lunedì 19 dicembre 2011

Il governo dei Prof imbarca 12.500 insegnanti

Un maxi concorso nella scuola pubblica per 300mila persone entro il 2012. Messa così, l’annuncio del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sembra una manna scesa dal cielo, una roba da presepe, che ci fa già sentire in pieno clima natalizio.

sabato 17 dicembre 2011

Lo Stato non paga, gli imprenditori muoiono

Di debiti, purtroppo, si muore. Anche quando nei libri contabili risultano 250mila euro di crediti. Soldi che non esistono, finché non sono in tasca. E così saltano le tredicesime dei dipendenti, scatta la cassa integrazione, si valutano i primi licenziamenti. Finché, qualcosa si rompe. E le conseguenze possono essere inimmaginabili. Come è accaduto a Giovanni Schiavon, che qualche giorno fa, nella sua abitazione di Peraga di Vigonza, in provincia di Padova, ha impugnato una pistola e si è sparato un colpo alla testa.

Ma Equitalia con i debitori non ha pietà

«È singolare», sottolinea il presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi,  «che lo Stato sia diventato così efficiente ed inflessibile quando deve recuperare le sue spettanze, visto che l’incremento di gettito da riscossione nel 2010 rispetto al 2009 è cresciuto di quasi il 15%, mentre è il peggiore pagatore d’Europa quando deve liquidare i propri fornitori».

venerdì 16 dicembre 2011

La Casta la spunta ancora. Salvi gli stipendi di boiardi e manager

Doppi, tripli e super stipendi. Dopo tante chiacchiere, allarmi e promesse, la verità è che cambia poco o nulla. Sia per i dirigenti della Pa sia per i manager delle controllate. L’emendamento dei due relatori Maurizio Leo e Pierpaolo Baretta che sembrava fatto apposta per salvare le retribuzioni cumulate dei professori al governo non riguarda invece, come ha spiegato anche il titolare della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, né ministri né sottosegretari. Anzi, saranno proprio loro a finire sotto la tagliola della sforbiciata che prevede la possibilità di sommare i trattamenti solo fino al 25% di quello già percepito prima dell’incarico di governo. Non è chiaro cosa succederà con i magistrati fuori ruoli, che sono numerosi nell’esecutivo, visto che il loro stipendio viene definito “indennità”.

mercoledì 14 dicembre 2011

Pensioni, per salvare le minime bastonate quelle d'oro

Un ritocco di qua, un’aggiunta di là, una limatina di sotto. Se l’obiettivo era quello di disorientare l’avversario, il risultato sembra ottimo. Sulle pensioni non si riparte proprio da zero, ma la selva di modifiche contenute nell’emendamento presentato dal governo nelle commissioni Bilancio e Finanze è tale da mandare in confusione anche gli osservatori più preparati. La novità più attesa è sicuramente quella che riguarda l’indicizzazione degli assegni più bassi. Le pensioni con un importo inferiore ai 1.402 euro mensili (ovvero fino a tre volte la minima) avranno la rivalutazione piena rispetto all’inflazione. La modifica inserita in manovra dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, dovrebbe salvare dal blocco dell’adeguamento circa tre quarti dei trattamenti Inps, visto che secondo i dati 2010 dell’istituto circa il 78,4% dei pensionati ha un reddito inferiore ai 1.500 euro. L’aumento del tetto, comunque, vale solo per il 2012, mentre per il 2013 dovrebbe tornare a valere il blocco per gli assegni superiori a due volte il minimo.

Liberalizzazioni, anzi no. Rivolta delle farmacie

I taxi escono, le farmacie restano, le altre attività economiche saltellano qua e là. Il nodo liberalizzazioni ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri, sulla scorta di un emendamento presentato dai relatori Maurizio Leo e Pierpaolo Baretta che prevedeva lo slittamento di tutto il pacchetto al 2013. Solo in serata è arrivata la modifica ufficiale del governo che riporta le lancette al 2012. Non per tutti, però. Nella giungla di emendamenti che si sono accavallati ieri nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sembra infatti aver resistito quello del governo che esclude i taxi dalla riforma.

Terna tartassata. Con la Robin Tax saltano 9 miliardi di tagli alle bollette

Sulle nostre bollette ballano circa 9 miliardi di euro. Risparmi potenziali, paradossalmente legati ad un incremento tariffario. La partita si gioca tutta sulla remunerazione della rete elettrica il cui adeguamento viene stabilito ogni quattro anni dall’authority per l’energia. Può sembrare strano, ma in qualche modo più sale la tariffa più le bollette calano. Questo, almeno, è quello che è successo negli ultimi cinque anni, dove il sistema complessivamente ha risparmiato circa 3 miliardi grazie ad una adeguata remunerazione. A quel valore sono, infatti, appesi gli investimenti della società di trasmissione Terna. E se la remunerazione del gestore della rete pesa solo per il 2,7% sulle bollette, gli interventi sull’infrastruttura hanno invece un impatto ben più ampio. Che la società, a fronte di un pacchetto di investimenti previsto dal piano di Sviluppo 2011-2020 di 7,5 miliardi, stima appunto in 9 miliardi.

sabato 10 dicembre 2011

La cura monti: recessione, inflazione e 44 miliardi di tasse

Tecnici contro tecnici. Altra doccia gelata per Mario Monti. Dopo il servizio bilancio della Camera, i professori del governo finiscono nel mirino anche di Bankitalia e Corte dei Conti. E i voti non sono esattamente entusiasmanti. Aumento dell’inflazione, effetto recessivo, tassa sullo scudo a rischio, imposte alle stelle. Il lungo elenco di perplessità e constatazioni “tecniche” è stato snocciolato durante le audizioni che si sono tenute ieri di fronte alla commissione Bilancio della Camera dal presidente della magistratura
contabile, Luigi Giampaolino, e dal numero uno di Palazzo Koch, Ignazio Visco. Le bordate più pesanti, com’era prevedibile (e con buona pace del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, che ieri nel denunciare il deprecabile attentato contro un dirigente di Equitalia se l’è presa con chi semina odio sulle tasse), arrivano proprio sul fronte del fisco e dell’impatto sui consumi.

venerdì 9 dicembre 2011

I tecnici della Camera bocciano la tassa sullo scudo

Tecnici contro tecnici. La cosa accade con regolarità ad ogni manovra finanziaria. Ma questa volta le critiche al provvedimento formulate dagli esperti del servizio bilancio della Camera dei deputati fanno un po’ sorridere, visto che alla guida del governo sono arrivati i professoroni delle più quotate università italiane.
Possibile che siano inciampati sul loro stesso terreno?

Con la manovra salta uno stipendio. Stangata da 2.500 euro per le famiglie

Duemila euro l’anno a famiglia di qui al 2014 fra tagli (pochi) alla spesa e nuove tasse (tante) che verranno prelevate direttamente dalle nostre tasche. Il conto delle manovre anticrisi diventa vertiginoso. E, se non insostenibile, assai difficile da sopportare. Con il testo ufficiale della manovra Monti pubblicato in Gazzetta la Cgia di Mestre è tornata a calcolare l’impatto delle misure sugli italiani. Com’era prevedibile, e come avevamo scritto, il risultato è ben diverso da quello che era scaturito sulla base delle quantificazioni degli interventi illustrate dal governo durante la lunga ma poco dettagliata conferenza stampa di domenica scorsa.

giovedì 8 dicembre 2011

Nel mirino ora i baby pensionati

Capitali scudati, pensioni d’oro o baby. Sono questi i tre capitoli offertidalla commissione Lavoro al governo per recuperare le risorse necessarie ad allentare la presa sui trattamenti previdenziali più bassi. Tanto più che dal testo finale del decreto è arrivato anche il chiarimento che tutti aspettavano, e temevano. Ovvero che il congelamento della rivalutazione per le pensioni superiori a due volte il minimo è totale e non solo, come qualcuno aveva sperato, sulla parte eccedente i 935 euro mensili.

Dai capitali nascosti in Svizzera si possono recuperare 15 miliardi

Quindici miliardi di euro, più di quanto entrerà nelle casse dello Stato con la stangata sull’Ici. Per eliminare una delle misure più pesanti e contestate del decreto lacrime e sangue varato da Mario Monti basterebbe una firma. Anzi due, quella del governo italiano e quella del governo svizzero. Già, perché i quindici miliardi che ballano sono quelli che potrebbero arrivare da un accordo sulla tassazione dei capitali italiani non dichiarati al fisco e ben nascosti nei forzieri della confederazione elvetica.

mercoledì 7 dicembre 2011

Manovra da 20 miliardi, 18 sono di tasse

Le cifre, come spesso accade, sono ben diverse da quelle illustrate dal governo, peraltro in maniera non proprio dettagliata, nel corso della lunghissima conferenza stampa di domenica sera. E non si tratta di sorprese molto gradite. Anzi. Dalle tabelle sui saldi allegate alla relazione tecnica della manovra sbarcata ieri alla Camera, ad esempio, si apprende che le misure consentiranno nel 2012 di ridurre il deficit di 20,2 miliardi. Per arrivare a questa somma, tenetevi forte, il contributo delle nuove tasse sarà di 17,9 miliardi a fronte di tagli che si fermano a 2,3 miliardi.

3 Italia punta 1 miliardo sulla banda larga mobile per battere sul tempo la concorrenza

Come diceva il maestro di strategia militare Sun Tzu per vincere una guerra bisogna saper trasformare gli svantaggi in vantaggi. È questa l’idea di 3 Italia, che ha deciso di dare un colpo di acceleratore sugli investimenti della Lte (la banda larga mobile di quarta generazione) mettendo sul piatto un miliardo di euro nel prossimo biennio. Il tentativo dell’operatore asiatico è quello di battere sul tempo la concorrenza, che per ora non ha neanche iniziato a scaldare i motori.

Sbloccati 5 miliardi e mezzo per finanziare le grandi opere

Arrivano i soldi. Oltre due miliardi e mezzo di euro per opere infrastrutturali strategiche in corso, 600 milioni all’Anas e altrettanti al Mose, 123 milioni per interventi medio-piccoli nel Mezzogiorno. Sono queste le principali risorse assegnate ieri dal primo Cipe del Governo Monti. Può sembrare un paradosso o peggio una presa in giro, visti i chiari di luna e i sacrifici chiesti ai cittadini per risanare il bilancio pubblico. In realtà, si tratta prevalentemente provenienti dai fondi strutturali, che erano già state contabilizzate dal precedente governo e che aspettavano solo di essere definitivamente liberate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. Non è chiaro se i soldi erano congelati a causa di problemi burocratici o se l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, li teneva da parte per fronteggiare eventuali emergenze (com’era già successo per i fondi Fas). Sta di fatto che alcune voci, come il filobus di Verona, erano in attesa di ricevere i finanziamenti dalla fine degli anni ’90.

martedì 6 dicembre 2011

Colpite anche le mini-pensioni. Tagli da 100 a 500 euro all’anno

Circa sei milioni di assegni pensionistici congelati per i prossimi due anni e oltre 200mila lavoratori costretti il prossimo anno a rinviare le pensione. Ma l’effetto più pesante degli interventi in materia previdenziale contenuti nella manovra correttiva che il governo ha varato domenica sono senz’altro quelli che colpiranno gli assegni delle pensioni più basse. Se quelle minime, sotto i 467 euro al mese lordi, saranno totalmente escluse
dal blocco dell’adeguamento all’inflazione, già per lo scalino successivo iniziano i dolori. La perequazione sarà infatti decurtata del 50%. Per quelle che superano il doppio, poi, il trattamento nel 2012 resterà esattamente identico a quello attuale: zero rivalutazione.

Il conto del professor Monti: mille euro a famiglia

I numeri ufficiali dell’ennesima manovra per risanare il bilancio dello Stato, malgrado le promesse del governo, ancora non ci sono. Nell’attesa, però, qualcuno ha iniziato a farsi due calcoli su quanto peserà complessivamente sulle spalle degli italiani la raffica di interventi correttivi. E le cifre sono spaventose. Secondo la Cgia di Mestre solo considerando le misure varate nel 2011 l’impatto da qui al 2014 sarà di 161 miliardi di euro. In realtà sarà molto di più, visto che l’associazione degli artigiani di Mestre scorpora dal conteggio i 10 miliardi destinati da Mario Monti allo sviluppo e non tiene in considerazione l’effetto disaggregato della manovra nel biennio 2012-2013.

Ora all'attacco dell'articolo 18

E non è finita. Il giorno dopo il varo della manovra da 30 miliardi Mario Monti è già proiettato sui prossimi interventi. Quelli buoni, tanto per capirci, dopo la valanga di tasse contenuta nel decreto. Si tratta del capitolo riforme strutturali, su cui si erano concentrate le richieste dell’Europa e su cui, di fatto, è caduto il governo Berlusconi. La strada per abbattere vincoli e ostacoli che impediscono alla crescita di rianimarsi e all’occupazione di rimettere in moto il circolo virtuoso capace di sfruttare la flessibilità, senza trasformarla in precarietà, sarà forse uno scoglio più duro delle pensioni, su cui il professore della Bocconi dovrà faticare molto per rendere il boccone digeribile ai sindacati. Ma, come per il sistema previdenziale, è forse per questo più che per le stangate che il governo di tecnici è stato chiamato a Palazzo Chigi.

domenica 4 dicembre 2011

La Camusso non vuole interrompere i festeggiamenti per la caduta di Berlusconi

Stava ancora festeggiando, Susanna Camusso, quando la manovra di Monti gli è piovuta sul groppone. Silvio Berlusconi ha fatto le valigie il 12 novembre, ma la segretaria della Cgil ha appena iniziato a fare baldoria e ha intenzione di proseguire ancora a lungo. Di qui, alla vigilia dell’incontro delle parti sociali con il presidente del Consiglio, previsto per questa mattina con addirittura 36 sigle, l’appello al professore. «Non rovini la festa che pensiamo di poter continuare a fare perché l’altro governo è uscito», ha detto la leader del sindacato rosso nel suo discorso davanti all'assemblea dei delegati.

venerdì 2 dicembre 2011

L'idea anticrisi di Passera: lo Stato ci pagherà in Bot

Tra un po’, se continua così, ce li daranno di resto anche quando andiamo a comprare il pane. Dopo gli appelli di giornali e privati cittadini all’acquisto patriottico di quote del debito pubblico, la richiesta del neo ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, di avere lo stipendio in titoli di Stato e il Btp-day delle banche, anche Corrado Passera si è lasciato contagiare dalla Bot mania. Questa volta, però, non si tratta di iniziative volontarie o promozionali.

Quattro milioni convincono Guarguaglini a lasciare

Lasciando a bocca asciutta tutti i patiti del toto nomine e smentendo la valanga di indiscrezioni della vigilia, alla fine Mario Monti ha scelto la soluzione più soft: Pier Francesco Guarguaglini esce, nessuno entra. Una mossa a sorpresa, quella formalizzata ieri nel corso del cda straordinario che ha tolto le deleghe al presidente per riconsegnarle immediatamente a Giuseppe Orsi. Insomma, si va avanti con un ritorno al passato: tutti i poteri concentrati nelle mani di un solo uomo, esattamente come è stato per anni con Guargaglini.

giovedì 1 dicembre 2011

Guarguaglini liquidato con 5 milioni. Il successore arriverà dall’interno

L’accordo, stando alle indiscrezione circolate nella serata di ieri, sarebbe stato trovato. Dimissioni di PierFrancesco Guarguaglini. Buonuscita di 5 milioni. Soluzione interna per la successione. Ma le trattative sono febbrili e non si concluderanno definitivamente prima delle 16.30, quando si aprirà il cda della resa dei conti in Finmeccanica. Mario Monti, che qualche giorno fa aveva auspicato «una soluzione rapida e responsabile», ieri si è ufficialmente tirato fuori dalla partita: «Il consiglio d’amministrazione si è autoconvocato e noi siamo rispettosi delle procedure e quindi sarà il consiglio a prendere eventuali considerazioni». 

Bruxelles si dà l’ultimatum: «Dieci giorni per non morire»

I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Se qualcuno non aveva capito che l’Europa è sull’orlo del baratro, da ieri il concetto è ben chiaro a tutti. «Siamo ormai arrivati a un momento in cui si deve operare una serie di scelte per andare verso il completamento dell’Unione monetaria o accettare la graduale disintegrazione di cinquant’anni di integrazione europea», ha spiegato nel pomeriggio Olli Rehn di fronte al Parlamento Ue.

mercoledì 30 novembre 2011

Siciliotti. "Ormai siamo ostaggi di un fisco massacrante"

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. È bocconiano come Monti, Claudio Siciliotti, ma in questi giorni non dorme sonni tranquilli. «Ci siamo consegnati mani e piedi all’agenzia delle entrate e nel 2012 potrebbero succedere cose spaventose», dice il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti riferendosi al nuovo redditometro. La serietà del fisco, ci tiene a sottolineare, non è in discussione. «L’agenzia ci ha assicurato che il nuovo strumento sarà utilizzato principalmente per consentire alle famiglie di verificare la coerenza del proprio reddito con la propria capacità di spesa. E finora non abbiamo motivo di dubitare che sarà così».

Con 4mila euro anomali l'anno si finisce nel mirino

La sperimentazione è partita. Ma dei chiarimenti neanche l’ombra. Da qualche giorno è operativo sul sito dell’Agenzia delle Entrate il software (ReddiTest) del nuovo redditometro presentato lo scorso 25 ottobre. Il servizio, per ora riservato alle associazioni di categoria, agli ordini professionali e alle organizzazioni sindacali, servirà a verificare sul campo l’adeguatezza del nuovo strumento attraverso l’invio di dati (che dovrebbero rimanere anonimi) che saranno poi utilizzati dal Sose (Società degli studi di settore) per l’elaborazione dei redditi presunti.

Nel governo dei tecnici spunta una barricadera

Non una ma due patrimoniali. Se al governo serviva un’ulteriore spinta per incamminarsi sulla strada che porterà alla spremitura dei contribuenti il problema è risolto con l’arrivo del neosottosegretario Maria Cecilia Guerra. L’economista dell’università di Modena dovrà occuparsi di lavoro, welfare e pensioni al fianco del ministro Elsa Fornero, ma di sicuro non mancherà di dire la sua sui provvedimenti fiscali. Di questo infatti si occupa da una vita la Guerra, che non ha caso attualmente è docente di Scienza delle finanze, nel 1989-99 ha partecipato ai gruppi di lavoro nelle commissioni istituite presso il ministero delle Finanze e nel 2006 ha presieduto la commissione sulla tassazione dei redditi di capitale e finanziari diversi sempre presso il ministero dell’Economia. Una passione che negli ultimi anni, e con particolare intensità negli ultimi mesi, l’ha portata a bocciare praticamente tutte le mosse del governo in materia fiscale. A partire da quella sulla definizione delle controversie tributarie che, fu lei a coniare il termine “ad aziendam” in un articolo su Lavoce.info, agevolava anche la Mondadori di Marina Berlusconi.

martedì 29 novembre 2011

La Fiom prepara il primo sciopero generale

Sciopero generale. È bastato un articolo scritto da un ministro prima che diventasse tale in cui si ipotizzano una serie di riforme al sistema previdenziale, tra cui un sostanziale avvicinamento delle pensioni di vecchiaia a quelle di anzianità, che a quel punto non avrebbero più motivo di esistere, e qualche indiscrezione sulla possibilità che la famosa quota 97 (61 anni più 36 di contributi) possa essere anticipata al 2012, per far scattare il riflesso condizionato del sindacato rosso.

Mentre Guarguaglini presenzia all'inaugurazione della stazione Tiburtina, Orsi parla del rischio spezzatino

L'avvicinarsi del cda spaventa i mercati, con il titolo scivolato del 2,67 nel giorno in cui la Borsa è volata del 4,6%, ma non Pier Francesco Guarguaglini, che ieri mattina si è tranquillamente presentato all'inaugurazione della nuova stazione Tiburtina dell'alta velocità. «Nonostante tutto il casino, vengo a salutarvi perché siete persone serie», ha detto il presidente di Finmeccanica, rivolgendosi ai giornalisti presenti. Gli stessi che in questi giorni lo hanno messo sulla graticola per le vicende giudiziarie e lo danno ormai per spacciato.

domenica 27 novembre 2011

Passera riesce (non si sa come) a far pagare Marchionne

Non si sa bene come, ma ce l’ha fatta. Corrado Passera è riuscito a chiudere in zona Cesarini la complicata vertenza su Termini Imerese. Al termine del lunghissimo vertice straordinario convocato in tutta fretta dal neo ministro dello Sviluppo economico, i sindacati sono usciti visibilmente soddisfatti con l’accordo in mano e quattro anni di incentivi alla mobilità per 640 lavoratori. Un risultato che ha convinto persino la Fiom a deporre le armi e a firmare l’intesa. Difficile dire cosa abbia messo sul piatto l’ex banchiere. Di sicuro l’accelerazione della Fiat sulla chiusura degli impianti ha avuto il suo peso nella trattativa. Così come l’approssimarsi della data del 31 dicembre, che avrebbe segnato la fine del trattamento di cassa integrazione per i lavoratori. Ed è ovvio che l’incontro di ieri è arrivato al termine da una serie di trattative serrate che l’ex ministro Paolo Romani stava portando avanti da più di un anno. Ma l’esito del tavolo, considerate le premesse degli ultimi giorni, sembra comunque un mezzo miracolo.

Il ministro del Lavoro vuole mandare tutti in pensione a 63 anni (addio all'obiettivo europeo dei 67)

L'articolo di Elsa Fornero pubblicato ieri da Repubblica è stato scritto prima che Mario Monti formasse il suo esecutivo e va dunque preso con beneficio d'inventario. Detto questo, è difficile che il neo ministro del Welfare possa portare sul tavolo del Consiglio dei ministri una riforma diversa da quella illustrata nell'intervento che dovrebbe uscire martedì prossimo sulla rivista Italiani Europei. Se così sarà, il rischio è di trovarci ancora una volta impelagati in una mezza riforma dall'impatto assai incerto sui conti pubblici e non proprio in linea con l'Europa. 

sabato 26 novembre 2011

Via all'alta velocità di Montezemolo. Ma a scartamento ridotto

Cinque treni. Il che significa, se tutto va bene, quattro partenze da Napoli e quattro da Milano. I dati ufficiali verranno comunicati il 13 dicembre, in occasione della presentazione del primo Italo e del piano industriale nel nuovo stabilimento di manutenzione a Nola. Ma dagli incontri che i dirigenti di Ntv stanno avendo in questi giorni con i sindacati il quadro sembra già delineato. 

venerdì 25 novembre 2011

Da Termini al gas, 90 grane per Passera

L'agenda di Corrado Passera inizia a farsi complicata. Il neo superministro dello Sviluppo non ha ancora finito il giro di incontri con i dirigenti del dicastero, ma i dossier lasciati in eredità dal predecessore Paolo Romani sono già roventi. A partire da quello su Termini Imerese, il cui tempo è ormai scaduto. Ieri, mentre Passera era a Bruxelles per il suo esordio al Consiglio energia europeo, gli stabilimenti siciliani della Fiat hanno fatto girare le macchine per l'ultima volta. Da oggi per circa 1.600 lavoratori inizierà un periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando il Lingotto metterà definitivamente i sigilli alla fabbrica. La via d'uscita è quella già definita dall'ex ministro e dalla Regione Sicilia con la firma del contratto di programma che prevede la cessione delle attività alla Dr Motors della famiglia Di Risio, che si è impegnata a riassumere, nel corso degli anni, 1.312 dipendenti. Il nodo da sciogliere è quello degli incentivi alla mobilità. Il budget messo a disposizione dall'azienda è per ora considerato insufficiente dai sindacati. L'incontro al ministero di mercoledì tra azienda e sindacati si è risolto in un nulla di fatto. Quello convocato per mercoledì prossimo rischia di finire nella stessa maniera.

Monti accelera su Finmeccanica. Cda per licenziare Guarguaglini

La situazione è precepitata velocemente. Forse più di quanto lui stesso si aspettava. La giornata di Pier Francesco Guarguaglini si apre con un battagliero «non mollo» consegnato ai cronisti del Fatto e si chiude con un «preferisco stare zitto» pronunciato di fronte alle telecamere del Tg1. Nel mezzo c'è una convocazione del cda di Finmeccanica che ha l'aspetto di un siluro puntato contro il presidente.

mercoledì 23 novembre 2011

Tra governo e Pd c’è il macigno Marchionne

L’uragano Sergio Marchionne torna a spaccare i sindacati e, soprattutto, a travolgere la sinistra, portando con sé il fragile equilibrio dei rapporti tra Pd e il nuovo governo. Il manager promette accordi «moderni» e assicura che non ci sarà alcuna «riduzione della forza lavoro». La decisione di lunedì, ha minimizzato l’ad della Fiat, è «la logica conseguenza della scelta fatta con l’uscita da Confindustria».

Operazione Metroweb. Le manovre di Telecom, Fastweb e Cdp per rilanciare (o imbrigliare) la banda larga

Inizia a prendere forma il modello Metroweb. Ieri, come anticipato nei mesi scorsi, Fastweb ha annunciato ufficialmente il suo ingresso nella società che controlla i circa 7mila chilometri di fibra ottica di Milano e della Lombardia. L’operatore di telefonia, che con Ebiscom aveva fondato Metroweb insieme ad Aem nel 1999, rientra nella spa con una quota dell’11,1%. E si affianca così agli azionisti di maggioranza F2I e Intesa Sanpaolo (61,4%) e A2A (25,7%).

venerdì 18 novembre 2011

Calabrò abbatte le super-tariffe dei cellulari

Non si può davvero dire che Corrado Calabrò non abbia preso il toro per le corna. Tariffe congelate fino a luglio, come chiedevano gli operatori del mobile, ma anticipo di ben due anni degli obiettivi finali, che saranno raggiunti addirittura prima di quanto chiesto dall’Europa. Per trovare la quadra ci sono volute diverse ore, ma alla fine il consiglio dell’authority per le tlc ha varato (6 favorevoli, 3 astenuti) la tanto attesa delibera sulla terminazione mobile (il pedaggio che le compagnie pagano per far transitare la chiamata sui cellulari di altri operatori).

Lo spread dei Btp s’infiamma e Draghi fa il pompiere

A guardare i rendimenti dei titoli italiani si potrebbe quasi esser contenti. Alla chiusura dei mercati, grazie anche al solito zampino di Mario Draghi e del sostegno della Bce, lo spread tra Btp e Bund segnava quota 495 punti, con un tasso del 6,48%, in calo dal 7% di mercoledì. Contemporaneamente, l’agenzia di rating Fitch e il Fondo monetario internazionale hanno espresso entrambi fiducia in Mario Monti parlando di «credibilità nel portare avanti le riforme» e di «programma che favorisce una chiarezza politica». In realtà, ieri è stata un’altra giornata di passione. E non solo per i bond italiani, che nel corso delle contrattazioni hanno toccato quota 537 punti, quanto per le notizie ben più preoccupanti arrivate dai nostri vicini. Basta gettare un occhio a Francia e Spagna, infatti, per capire non solo che Silvio Berlusconi c’entrava ben poco con lo spread, ma che per quanti sforzi possa fare Monti su crescita, conti pubblici e debito, le turbolenze non cesseranno così facilmente.

giovedì 17 novembre 2011

Sberla a Finmeccanica. E l’Italia perde il treno

AAA ex colosso pubblico vendesi. Dopo settimane, se non mesi, di indiscrezioni e comprensibili smentite, Finmeccanica esce allo scoperto e annuncia ufficialmente il robusto piano di dismissioni. Una scelta obbligata, considerata non solo la significativa flessione dei conti, ma anche l’incessante bombardamento mediatico-giudiziario sulle inchieste che coinvolgono il gruppo. «Sono tempi straordinari che richiedono interventi straordinari». Tocca all’ad Giuseppe Orsi pronunciare le parole che, di fatto, chiudono una fase. Quella in cui il colosso della difesa e dell’aerospazio macinava utili su utili e allargava a vista d’occhio il suo perimetro e il suo raggio d’azione con acquisizioni, partnership e valanghe di commesse.

martedì 15 novembre 2011

Silvio non c’è, ma i mercati ballano: spread a 500

Ci risiamo: borse a picco e spread alle stelle. Difficile dire quanto abbiano pesato le mosse della Bce, i dati sulla produzione europea, le dichiarazioni di Angela Merkel, l’approssimarsi delle elezioni spagnole o, più semplicemente, l’intricata matassa delle consultazioni.

lunedì 14 novembre 2011

La Cgil è costretta a ringraziare Berlusconi per i cassaintegrati

Miglior riconoscimento al lavoro del governo uscente sugli ammortizzatori sociali non poteva arrivare. È stata infatti la Cgil ieri a ricordare che dal 2008 all’ottobre 2011 sono state registrare in Italia circa 3 miliardi e 300 milioni di ore di cassa integrazione.

Aria di patrimoniale: vogliono prendersi un altro 2% dei nostri soldi

Patrimoniale soft strutturale, prelievo una tantum sui conti correnti, reintroduzione dell’Ici e revisione degli estimi catastali. Più passa il tempo è più la questione diventa non se spremere gli italiani, ma come spremerli. L’idea di aggredire i patrimoni è ormai entrata a pieno titolo nell’agenda del nuovo governo. A nessuno, compreso il professore liberale Mario Monti, sembra creare troppi problemi la prospettiva di mettere di nuovo le mani nelle tasche dei cittadini, soprattutto se l’ennesima stangata sarà decisa da un governo tecnico di emergenza che dovrà tirare fuori l’Italia dal guado. Opposizioni pregiudiziali nelle forze politiche che dovrebbero appoggiare il nuovo esecutivo non ce ne sono e l’unica sacca di resistenza, che è quella presente all’interno del Pdl, sembra sempre più fragile e non in grado di opporsi all’operazione.

venerdì 11 novembre 2011

I Btp rallentano la picchiata, ma è tutto merito di Draghi

Acquisti aggressivi. Più che a Mario Monti, il leggero rallentamento dello spread dei Btp, che hanno chiuso a 510 punti base rispetto ai 552 di mercoledì, e l’esito non catastrofico dell’asta sui Bot si devono a Mario Draghi. La tesi che circola nelle sale operative è che dietro il timido ripiegamento sotto i 500 punti del differenziale tra il decennale italiano e il bund tedesco poco prima dell’offerta di buoni annuali da parte del Tesoro ci sia non lo zampino, ma un intervento massiccio del neo presidente della Bce, che ha deciso di mettere in campo tutta la potenza di fuoco della banca europea con “acquisti aggressivi” di Btp sul mercato secondario per sostenere un nuovo esecutivo guidato dall’ex commissario Ue. Solo grazie a Draghi, dicono gli esperti, Tremonti è riuscito a piazzare i 5 miliardi di Bot con una domanda quasi due volte superiore all'offerta. Certo, i rendimenti sono schizzati in orbita al 6,087% rispetto al precedente 3,57%, ma si tratta comunque di una limitazione dei danni, rispetto ai tassi che si preannunciavano alla vigilia e al rischio, più che concreto, che l'asta andasse deserta. La mossa dell'ex governatore di Bankitalia è riuscita a puntellare persino Piazza Affari, che è riuscita ad effettuare il rimbalzo e a chiudere in positivo dello 0,97%. L'intervento di Draghi ha però comportato lo spostamento dell'artiglieria pesante sui titoli francesi, volati su nuovi massimi, che ha zavorrato tutte le altre Borse, da Londra (-0,28%) a Parigi (-0,34%) fino a Francoforte (-0,36%) e Madrid (-0,36%). Il problema, ha spiegato l’analista londinese di Ig Markets, Jiana Pristovsek, «è che Draghi ha solo guadagnato tempo».

© Libero

Le agenzie private del lavoro pronte a funzionare da paracadute sociale

Di strada ce n’è ancora tantissima da fare. A più di otto anni dall’introduzione dello staff leasing (Legge Biagi del 2003), secondo un’indagine Iposos realizzata per Assolavoro, l’86% degli italiani non sa cosa sia il lavoro somministrato e il 17% lo paragona addirittura al lavoro nero (era addirittura il 35% nel 2008). Malgrado livelli spaventosi di disinformazione, i morsi della crisi hanno comunque favorito la crescita del lavoro temporaneo, che di fatto, attraverso i contratti stipulati direttamente dalle agenzie per il lavoro, rappresenta l’unica forma di flessibilità in grado di offrire le stesse garanzie previste dalle occupazioni tradizionali.

giovedì 10 novembre 2011

Milano è la peggiore d’Europa. E i tassi volano a livelli portoghesi

Qualcuno, nei giorni scorsi, aveva scambiato i primi refoli di vento con la tempesta perfetta. La violenza con cui l’uragano dei mercati finanziari si è abbattuto ieri sull’Italia ha tolto ogni dubbio. E non è detto che sia finita. Invece di placare l’assedio, come molti soloni nostrani avevano profetizzato, il passo indietro annunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha reso assordante il frastuono delle sciabole.

I commissari Ue insistono con le riforme. Ma il governo le ha già scritte

Non ci crederete, ma gli ispettori della Ue e della Bce hanno praticamente appreso ieri che molte delle misure su cui l’Europa ci sta pressando dallo scorso agosto sono state già messe in cantiere o addirittura approvate. Dopo una riunione tecnica con Bankitalia, gli esperti guidati dal vice direttore generale per gli Affari economici della Commissione Ue, Servaas Deroose, sono piombati negli uffici del ministero della Pubblica amministrazione con il piglio del professore che ha pizzicato lo studente impreparato.

mercoledì 9 novembre 2011

Il governo vuole decidere il prezzo dell'elettricità

Per una volta sono tutti d’accordo: imprese, sindacati, consumatori ed esperti. La revisione delle tariffe elettriche ventilata nella bozza del maximendamento alla legge di stabilità non s’ha da fare. La proposta, in estrema sintesi, prevede che l’Autorità per l’energia verifichi periodicamente la corrispondenza dei nostri prezzi con quelli praticati in ambito europeo per analoghe attività e che gli stessi rispondano a criteri di efficacia ed efficienza rispetto a opere e infrastrutture di interesse strategico.

Sorpresa, il Cav è già pronto a ricandidarsi

«A questo punto le elezioni anticipate sono più vicine. Mi sembra che sia logico, perché questo Parlamento oggi è paralizzato almeno alla Camera, mentre al Senato il centrodestra ha ancora una buona maggioranza. Anche la situazione che si è verificata conferma che questa è una fotografia esatta della realtà».
Prima di stappare lo champagne opposizioni e anti-berlusconiani dovrebbero pensarci due volte. Dal passo indietro all’uscita di scena, infatti, ce ne passa. E il Cavaliere non sembra così intenzionato a gettare la spugna. Anzi, dall’insistenza con cui nelle varie interviste rilasciate dopo il vertice con il Capo dello Stato parla di elezioni anticipate come unica alternativa, viene anche da pensare, o quantomeno da non escludere, ad una clamorosa ricandidatura.

martedì 8 novembre 2011

Cattivi maestri. Le banche tedesche sono zeppe di titoli tossici, ma chiedono a noi di vendere l'oro

«Per ridurre sensibilmente il suo debito l’Italia potrebbe vendere parte delle riserve d’oro». La Germania non perde né il pelo né il vizio. Dopo le continue ingerenze di banchieri, ministri e della stessa cancelliera Angela Merkel, l’ennesima provocazione arriva dal presidente della commissione parlamentare per l’Europa, Gunther Krichbaum, che ci suggerisce di mettere i lingotti della Banca d’Italia sul mercato per pagare i nostri debiti. Un po’ come i disperati che vanno al banco dei pegni per cercare di raggranellare qualche soldo con l’anello della nonna.

lunedì 7 novembre 2011

Il Financial Times scomoda il Padreterno: Silvio dimettiti, in nome di Dio

«In the name of the god, go». Per mandare a quel paese Silvio Berlusconi sarebbe bastato citare un Travaglio o un Di Pietro qualsiasi. Ma il Financial Times ha una storia alle spalle. E per scagliarsi contro il Cavaliere ha voluto scomodare addirittura Oliver Cromwell, forse perché anche il condottiero inglese credeva negli unti del signore. C’è da stropicciarsi gli occhi nel leggere l’editoriale apparso ieri sulla bibbia dell’informazione economica anglosassone, che si conclude con la frase: «In nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa, vai via!».

sabato 5 novembre 2011

Il premier sfida la crisi: «I ristoranti son tutti pieni»

Sarà pure il solito Silvio Berlusconi che straparla, ed esagera un po’ nel dipingere un’Italia festaiola e spensierata che riempie i locali, ma stavolta al posto dei risolini il Cavaliere raccoglie sostegni e attestati di stima. «Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni», dice il premier durante la conferenza stampa conclusiva del G20, aggiungendo che il Paese sta scontando «un pregiudizio antico» e che l’attacco ai nostri titoli di Stato è «una moda passeggera». Frasi eccessive? Ottimismo fuori luogo? Forse. Sta di fatto che le parole di Berlusconi non fanno neanche in tempo a rimbalzare a Roma per la solita valanga di critiche e sberleffi che a Cannes inizia a parlare Barack Obama. E, sorpresa, il numero uno della Casa Bianca non solo dice le stesse cose, ma non fa che elogiare il Cavaliere. «L’Italia è un grande Paese, con una enorme base industriale, un grande benessere, grandi asset», parte il presidente americano, che prosegue sottolineando «i progressi» fatti dal nostro Paese e definendo «psicologica» la crisi.

giovedì 3 novembre 2011

C’è la legge per aiutare le piccole imprese

Tempi certi per i pagamenti, quote fisse di incentivi pubblici per l’industria da destinare alle Pmi, valutazione preventiva dell’impatto delle misure legislative e regolamentari, istituzione di un garante presso il ministero dello Sviluppo, semplificazione e riduzione degli oneri burocratici. In attesa delle scosse all’economia più volte annunciate dal governo e della realizzazione effettiva dei provvedimenti varati in queste ore sotto il pressing dell’Europa e dei mercati, oggi alla Camera diventa legge lo statuto delle imprese.
La notizia, malgrado l’incomprensibile silenzio che l’ha di fatto nascosta all’opinione pubblica, è clamorosa. E non solo perché l’approvazione si inserisce in uno sconfinato deserto dell’attività legislativa che da circa 12 mesi a questa parte ha visto il via libera soltanto di 14 leggi di iniziativa parlamentare, ma soprattutto perché il provvedimento costituisce il classico esempio di riforma a costo zero per rilanciare l’economia di cui tanto si parla e rappresenta un pezzo di quegli impegni con la Ue contenuti nella lettera inviata dal premier Silvio Berlusconi a Bruxelles.

mercoledì 2 novembre 2011

La Borsa perde 2,5 miliardi l’ora

C’è chi la chiama tempesta perfetta. Chi parla di apocalisse. Di certo, i 442 punti base di spread tra i Btp e i bund tedeschi non si erano mai visti, neppure lo scorso agosto, quando l’asticella al massimo si fermò a 416. Quanto a Piazza Affari, il crollo del 6,8%, che ha mandato in fumo in sole 8 ore e mezza circa 22 miliardi, è inferiore solo al -8,24% registrato il 6 ottobre 2008 (qualche settimana dopo il crac della Lehman Brothers), al -7,57% dell’11 settembre 2001 e al -7,14% del 10 ottobre 2008, sempre in piena crisi subprime. Da brivido il tabellino dei titoli bancari, con Intesa che ha perso il 15,8%, Unicredit il 12,4% e Monte dei Paschi il 10,2%.

martedì 1 novembre 2011

Attacco mondiale ai Btp. «Anche l’Italia può fallire»

Le cose si erano messe male già venerdì, ma era difficile immaginare che la bufera si intensificasse a tal punto. Con Piazza Affari maglia nera d'Europa, a quota -3,82%, e i Btp sotto assedio, con lo spread decollato a 407 punti base e un rendimento schizzato al 6,14%.

Tremonti punta sul G20 per uscire dall'angolo. Nell'attesa va alla sagra della zucca

Prima il dl sviluppo affidato a Paolo Romani, poi la regia del piano europeo di riforme trasferita a Palazzo Chigi, addirittura sotto la supervisione di Renato Brunetta. Le legnate contro Giulio Tremonti ormai non si contano più. Al di là delle polemiche e delle varie versioni circolate sul contributo (e la condivisione) del ministro dell’Economia al documento presentato alla Ue, l’assedio della maggioranza nei confronti del titolare di Via XX Settembre si fa sempre più serrato.

lunedì 31 ottobre 2011

Galassi: «Confapi non è Confindustria: qui l’unione fa la forza»

«Oltre alle querele per le gravi affermazioni sui nostri bilanci, che sono certificati e approvati da tutti gli organismi direttivi e di controllo, abbiamo già provveduto ad avviare una serie di provvedimenti disciplinari, perché nell’associazione esistono delle regole e vanno rispettate». La sensazione, a sentire il numero uno di Confapi, Paolo Galassi,  è che i presidenti territoriali che continuano ad annunciare scissioni e fughe, possano essere sbattuti fuori ancor prima di riuscire ad andarsene. Ma il presidente nazionale dell’associazione che rappresenta circa 60mila imprese non ci sta a parlare di rottura. «La settimana scorsa abbiamo approvato il bilancio con l’86% dei voti, la realtà è che le territoriali in protesta rappresentano solo 3-4 mila imprenditori su 120 mila iscritti e che molti associati non sono neanche a conoscenza delle manovre dei loro presidenti».

Terminazione mobile. Pdl e Bruxelles in pressing per abbassare le tariffe dei cellulari

Contrordine compagni. Dopo le lettere di nove deputati del Pd, cinque del Pdl e uno della Lega per chiedere all’Agcom di far slittare a luglio la riduzione delle tariffe di terminazione mobile (il pedaggio che un operatore paga all’altro per far transitare la telefonata sui suoi cellulari e che, seppure indirettamente, pesa sulle alte tariffe fisso-mobile a carico degli utenti) prevista per gennaio, il centrodestra è sbarcato in massa nella partita, con un appello sottoscritto da 40 parlamentari.

venerdì 28 ottobre 2011

Bruxelles salva le banche e le Borse

L’Europa e l’Italia sembravano a un passo dal baratro. Sono bastate poche ore per far esplodere un’euforia che non si vedeva da tempo. L’accordo tra i leader della Ue arrivato nella notte di mercoledì sulle misure anti-crisi ha scatenato un’ondata di acquisti che ha fatto balzare gli indici di tutte le principali piazza finanziarie. Con la Borsa di Milano che ha guadagnato circa il 5,49% e Francoforte il 5,35%. Parigi è volata addirittura a +6,28%, mentre Londra si è fermata a +2,8%. L’euro è risalito a 1,41 sul dollaro. E il differenziale tra Bund e Btp è sceso intorno a 360 punti.

mercoledì 26 ottobre 2011

Mezzo accordo sulle pensioni. Ma la riforma c'era già

Niente interventi sulle pensioni d’anzianità. Ritocchi per quelle di vecchiaia. Stretta sui trattamenti d’invalidità e su quelli di reversibilità. Non è, probabilmente, proprio quello che l’Europa si aspetta, né quello che voleva Silvio Berlusconi. Ma i margini di manovra per evitare di presentarsi al vertice Ue con una crisi di governo in atto erano strettissimi. La Lega non ha ceduto su quasi nulla. I veti contrapposti delle varie anime della maggioranza e dei duellanti che guidano i ministeri economici hanno fatto il resto. 

Il grande fratello fiscale ci controllerà pure i decoder e la palestra

Se state per comprare una nuova lavatrice, avete deciso di iscrivervi in palestra o volete guardarvi un film sulla pay tv, pensateci due volte. Un esattore del fisco potrebbe bussare alla vostra porta e chiedervi dove avete trovato tutti quei soldi. Mentre circolano bozze di provvedimenti anti-crisi con 12 condoni e gli esperti della Confcommercio ci spiegano che le tasse italiane sono le più alte d’Europa da almeno dieci anni, l’Agenzia delle Entrate ha presentato ufficialmente il nuovo redditometro. Cinque aree geografiche, undici tipi di nuclei familiari e cento voci di spesa divise in sette categorie (abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e cura delle persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti). Dalla barca al cavallo, dal mobile d'antiquariato all'iscrizione al circolo sportivo o alla palestra. Ma anche asili, elettrodomestici, telefoni cellulari, bollette del gas, spese per colf, abbonamenti pay tv, fino alle donazioni alle onlus. Tutto, o quasi, finirà nel mirino del fisco. E, piaccia o no, il reddito di 22 milioni di famiglie, per circa 50 milioni di contribuenti, dovrà in qualche modo incastrarsi dentro una serie di griglie predefinite.

martedì 25 ottobre 2011

Paura del fuggi-fuggi. Emma s’inchina a Marchionne

Nei giorni dello strappo gliele aveva cantate. «Le motivazioni della Fiat non stanno in piedi», aveva tuonato Emma Marcegaglia, esprimendo «disappunto» per la decisione del Lingotto di uscire da Viale dell’Astronomia. Assai diversa la scena offerta ieri, a poco più di venti giorni di distanza, agli industriali di Torino, condita da abbracci calorosi e dichiarazioni di affetto. «Non abbiamo mai litigato, il rapporto personale è ottimo come sempre», ha cinguettato la presidente Confindustria, aggiungendo frasi del tipo: «la Fiat è sulla sua strada e sa quello che deve fare»; «trovo molto chiaro e serio il percorso fatto da Sergio Marchionne»; «siamo uniti per migliorare il Paese».

domenica 23 ottobre 2011

La Marcegaglia gioca la carta europea e flirta con Maroni

«Lo dico a te, e sai quanto ti stimo». Gli dà del tu, Emma Marcegaglia. Ed è a lui, che di mestiere fa il ministro dell'Interno e in tasca ha la tessera del partito che più di ogni altro ha osteggiato la riforma delle pensioni tanto invocata da Confindustria, che il numero uno di Viale dell'Astronomia si affida per sbloccare il decreto sviluppo, «ritrovare la coesione» ed evitare che «l'italia venga commissariata dall'Europa». I giovani industriali volevano tenere fuori i politici e si ritrovano invece ad essere testimoni dell'investitura del titolare del Viminale come nuovo interlocutore di un esecutivo a cui ormai la Marcegaglia sembra non rivolgersi neanche più, preferendo lanciare appelli direttamente ai leader europei.

sabato 22 ottobre 2011

Piccole Emma crescono. I giovani di Confindustria chiedono un altro premier

I politici non ci sono, ma la politica non è mai stata così presente. Dal palco dei giovani industriali riuniti per la tradizionale kermesse di Capri, il presidente Jacopo Morelli denuncia «l’inerzia che acuisce la crisi», «la mancanza di leadership che sappia guidare», «l’incapacità di passare dal dire al fare», in un discorso paradossalmente tutto rivolto agli assenti. A quei ministri lasciati per la prima volta fuori dalla porta con un gesto che voleva essere di rottura e di cambiamento ma che, alla fine, non ha fatto altro che focalizzare ancora di più l’attenzione dei giovani imprenditori sul duello con la politica piuttosto che sulle iniziative concrete per aiutare il Paese ad uscire dal pantano che molti questa volta si aspettavano.

venerdì 21 ottobre 2011

Scoppia la guerra dei dati sulle tariffe dei cellulari

Esplode la bufera sulle nuove tariffe telefoniche. Dopo le bizzarre lettere anti-tagli dei deputati Pd e Pdl all’Agcom e la clamorosa dichiarazione del leghista Jonny Crosio, che ad agosto denunciava gli extraprofitti delle compagnie tlc, mentre due giorni fa si è schierato contro un’altra tassa a carico delle imprese, torna in campo Altroconsumo, che già durante l’estate aveva denunciato (al fianco di Bruxelles e Antitrust) il livello  delle nostre tariffe di terminazione mobile rispetto a quelle europee e i ritardi dell’authority nell’applicare le riduzioni previste.

giovedì 20 ottobre 2011

Anche la Lega nella casta che tifa per il caro-telefono

Eravamo un po’ in ansia per la defezione, ma alla fine anche la Lega ha fatto il suo ingresso ufficiale nel club bipartisan di parlamentari che ha deciso di schierarsi clamorosamente contro la riduzione delle nostre bollette telefoniche. La scorsa settimana  avevamo riferito delle lettere spedite all’Agcom da un gruppo di deputati del Pdl prima e da uno del Pd poi per chiedere di congelare  il taglio delle tariffe di terminazione mobile che dovrebbe scattare a gennaio. Si tratta, in sostanza, del costo che le imprese pagano per far transitare le telefonate sui cellulari degli altri operatori e che viene scaricato in bolletta. A scendere in campo contro una sforbiciata che Bruxelles, Antitrust e associazioni dei consumatori vorrebbero semmai più consistente e rapida, questa volta, è Jonny Crosio, componente leghista della Commissione trasporti della Camera. Secondo il parlamentare del Carroccio, «a fronte di investimenti così ingenti» delle imprese nell’asta delle frequenze, «non si comprende come l’autorità possa imporre un’altra tassa». Meglio, spiega, bloccare tutto e introdurre «riduzioni annue più graduali rispetto a quelle proposte». È impossibile  pensare che fosse lo stesso Jonny Crosio, lo scorso 2 agosto, a firmare un’interrogazione (4-12898)   in cui si legge:   la riduzione proposta dall’Agcom lascia «livelli tariffari superiori alla media Ue di oltre il 50%»; che l’autorità ha previsto tempi troppo lunghi, «con ricadute particolarmente negative sulle bollette dei cittadini italiani che ancora non possono usufruire di offerte vantaggiose per chiamare i cellulari dal telefono di casa». Senza parole.

© Libero

sabato 15 ottobre 2011

Stretta sugli agenti e via i buoni pasto agli statali

Qualcuno esce soddisfatto, altri con le ossa rotta. Il giorno più lungo del governo è iniziato con il voto di fiducia ed è finito con un faticoso Consiglio dei ministri sulla legge di stabilità in cui Silvio Berlusconi ha dovuto gestire la divisione dei pani e dei pesci decisa da Giulio Tremonti per evitare che, dopo il via libera della Camera, l’esecutivo perdesse qualche pezzo per colpa del ministro dell’Economia. Alla fine, malgrado i mugugni e i malumori, Ignazio La Russa assicura che tutti hanno votato il ddl. Di sicuro lo ha fatto a malincuore Ferruccio Fazio, che si è visto togliere a sorpresa da sotto il naso circa un miliardo che doveva finire all’edilizia sanitaria. «Sto facendo una battaglia importante, e mi auguro di vincerla», aveva detto solo qualche ora prima il ministro della Salute.

venerdì 14 ottobre 2011

Bankitalia detta un’altra manovra: rimettete l’Ici

Bisogna trovare risorse per lo sviluppo, ma serve anche la manovra aggiuntiva. Il peso del fisco è diventato eccessivo, ma si potrebbe reintrodurre l’Ici. Se a parlare non fossero due autorevoli organismi economici come Bankitalia e Bce si potrebbe pensare ad uno scherzo. Invece, le frasi sono nero su bianco in due distinti documenti ufficiali. Il primo è il bollettino di ottobre della Bce. Il secondo è il reseconto parlamentare dell’audizione al Senato di Daniele Franco, capo della ricerca economica di Via Nazionale.

giovedì 13 ottobre 2011

Troppi tagli: la Prestigiacomo si «dimette»

Sui provvedimenti economici si è ormai arrivati alla rissa. Con mezzo governo infuriato contro Giulio Tremonti al punto, come ha fatto Stefania Prestigiacomo, di annunciare il voto contrario sulla legge di stabilità sia in Consiglio dei ministri sia in parlamento. Nessun sostegno, ha tuonato in serata, ad un testo che «di fatto cancella il ministero dell’Ambiente». Per nulla contento di come si stanno mettendo le cose è anche Paolo Romani, che nella bozza del ddl che continua a circolare tra i ministeri si è visto tagliare con un colpo netto la bellezza di 800 milioni che avrebbe voluto destinare al progetto della banda larga. Decurtazione a cui si aggiunge la minaccia di pesanti (ed aggiuntive rispetto ai 7 miliardi complessivi che riguarderanno tutto il governo) riduzioni di budget per il suo dicastero. Operazione che diventerebbe possibile sempre grazie ad una norma inserita da Tremonti nel ddl stabilità per punire i ministri che non rispettano i suoi obiettivi di spesa.

Giulio sfrutta il caos e frega pure Romani

Essere finito sul banco degli imputati per lo scivolone del governo sul rendiconto di bilancio non sembra aver prodotto effetti di sorta. Anzi, ancor prima che si spegnessero le polemiche sulla sua assenza in aula Giulio Tremonti ha voluto subito offrire altri spunti di riflessione puntando il mirino in direzione di Paolo Romani.

La Casta ci scippa lo sconto sul telefono

Volete sapere l’ultima della casta? I parlamentari stanno pressando l’authority per le tlc per farci aumentare la bolletta, tanto loro non la pagano.

mercoledì 12 ottobre 2011

Il Pdl accelera sul condono e attacca Giulio «Savonarola»

Si arroventano le polemiche sul condono. Malgrado la smentita ufficiale di Palazzo Chigi e quella a mezzo stampa di Giulio Tremonti della scorsa settimana, l’ipotesi di infilare una sanatoria nel decreto sviluppo o in un provvedimento collegato alla legge di stabilità continua a far discutere non tanto le opposizioni, che in questi giorni stanno sfoderando tutto l’armamentario “indignatorio” in loro possesso, quanto la maggioranza. Dal Tesoro è arrivato l’ennesimo no per bocca del sottosegretario Luigi Casero, secondo il quale anche Bruxelles impedirebbe passi in questo senso poiché metterebbe in discussione gli importi di lotta all’evasione inseriti in manovra.

lunedì 10 ottobre 2011

Magia delle banche: i tassi scendono, i mutui salgono

I tassi scendono, i mutui salgono. Può sembrare un paradosso, ma è questo il senso dell’ennesima stangata che si è abbattuta negli ultimi mesi sulle tasche degli italiani per colpa della crisi dei debiti sovrani (con lo zampino delle banche). I numeri parlano chiaro. Il calcolo complessivo lo ha fatto Bankitalia qualche settimana fa: ad agosto il tasso di interesse medio sui prestiti è arrivato a quota 3,70%. A luglio era il 3,51%, mentre ad agosto del 2010 si attestava al 2,86%. Si tratta dell’incremento maggiore dal novembre del 2010 e del record degli ultimi mesi.

Grande fratello fiscale. Tremonti inventa la scusa per spiare i nostri conti

C’era una volta un professore di diritto tributario che credeva nella curva di Laffer (meno tasse, più gettito) e che considerava il «condono non una bella cosa, ma con una sua logica, quando l’evasione si è stratificata a causa soprattutto delle aliquote troppo elevate» (Ansa del 31-1-2003). C’è oggi un ministro che definisce il condono «una minaccia all’afflusso di nuove entrate» fiscali e che annuncia con orgoglio «il superamento del segreto bancario non per completare l’accertamento, ma per partire da qui, invertendo il processo, per vedere se i dati bancari da cui si parte coincidono a valle con le dichiarazioni presentate». Difficile trovare collegamenti tra i due, se non fosse che all’anagrafe di Sondrio risultano registrati entrambi con il nome di Giulio Tremonti.

sabato 8 ottobre 2011

Pdl in ordine sparso sul condono

Silvio Berlusconi giura che il decreto sviluppo arriverà entro metà ottobre. Palazzo Chigi assicura che non ci sarà alcun condono. Parole che difficilmente possono mettere fine al balletto di dichiarazioni sui contenuti e sui tempi che ormai ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e i lanci delle agenzie di stampa.

La Marcegaglia ha paura dell’esodo

Da una parte il disappunto, dall’altra il rispetto. L’analisi del clamoroso strappo della Fiat è arrivata, a bocce ferme, in una lettera inviata giovedì a tutti i presidenti del sistema confindustriale che somiglia molto ad un tentativo di serrare i ranghi. Nella missiva Emma Marcegaglia si sofferma sulle implicazioni e sul significato dell’addio del Lingotto, a partire dalla questione dei contratti. «Va rispettata sempre», scrive la presidente di Viale dell’Astronomia, «la scelta di ogni singola impresa di aderire o meno al nostro sistema di rappresentanza. Confindustria è e deve assolutamente rimanere una associazione volontaria di liberi imprenditori».

venerdì 7 ottobre 2011

Addio banda larga. Le big delle tlc archiviano il tavolo Romani e spingono 3 fuori dal mercato


Nancy Kroes si è sgolata anche ieri da Bruxelles per chiedere un’accelerazione sulla rete di nuova generazione attraverso la progressiva riduzione dei prezzi di accesso alla rete in rame e la previsione di progetti di switch-off che garantirebbero un cospiscuo ritorno degli investimenti. Ma proprio mentre il commissario Ue per l’Agenda digitale parlava, da Capri, nel corso di una kermesse organizzata da Between, i principali operatori telefonici italiani piazzavano una bella pietra tombale sulla Ngn (next generation network), archiviando senza troppi problemi tutto il percorso fatto prima dell’estate con il tavolo Romani e bocciando l’ipotesi di far confluire le risorse dell’asta delle frequenze (circa 800 milioni) alla cosiddetta società della rete.

Governo a caccia di soldi. Spuntano condono e patrimoniale (e slitta ancora il decreto sviluppo)

Doveva essere la risposta immediata ai mercati. Un mesetto fa. La nuova, ennesima, scadenza fissata per il decreto sviluppo è il 20 ottobre. Partito dal tavolo di Tremonti, transitato per quello allargato Tremonti-Letta e per quello plenario Pdl-governo, il provvedimento è finito adesso sulla scrivania di Paolo Romani. Sarà lui, non a caso ministro dello Sviluppo, a fare la sintesi delle proposte che arriveranno da ministri e gruppi parlamentari di maggioranza sulle misure per rilanciare l’economia, far ripartire i consumi, sbloccare le infrastrutture e le grandi opere, abbattere il debito e chi più ne ha più ne metta.


giovedì 6 ottobre 2011

I furbetti del quattrino. Della Valle spara sulla politica, ma si becca i soldi pubblici per i suoi treni veloci


Chissà se Nicola Zingaretti fa parte di quelle «persone incompetenti e non preparate» che stanno offrendo uno «spettacolo indecente» con cui Diego Della Valle se l’è presa qualche giorno fa nella sua durissima reprimenda comparsa sulle pagine dei principali  quotidiani. Se così fosse, il patron della Tod’s, neo paladino dell’anti-casta, peccherebbe quantomeno di ingratudine. E anche grazie a lui, infatti, che i 6-700 dipendenti, che di qui al 2012 dovrebbero formare l’organico della Nuovo Trasporto Viaggiatori, apprenderanno le necessarie competenze professionali.

mercoledì 5 ottobre 2011

Marchionne fa scuola: se ne va anche la Pigna


I contorni della vicenda rischiano di sembrare un po’ surreali. Le Cartiere Pigna decidono di uscire da Confindustria in polemica con la gestione troppo politica di Emma Marcegaglia. A sua volta l’azienda viene accusata da Confindustria di aver agito sulla base di una logica politica visto che il presidente e ad, Giorgio Jannone, è anche presidente della commissione bicamerale di Controllo sugli enti previdenziali, con la tessera del PdL in tasca.

martedì 4 ottobre 2011

Che statista la Marcegaglia. Ora vuole la patrimoniale


Liberalizzazioni, privatizzazioni, tagli alla spesa, sgravi fiscali, pensioni. Nel pacchetto di proposte presentato ieri dalle imprese c’è molta Europa e buon senso. Ma anche tanta sinistra, a partire dalla solita patrimoniale e da una stretta sui pagamenti in contanti che ci riporta alla Visco-Bersani del 2006. È questo il randello che la santa alleanza formata da Confindustria, Abi, Ania, Cooperative e Rete Imprese ha deciso di brandire contro il governo, sostenendo che «il tempo è scaduto», che ora è il momento del «coraggio» e che, in assenza di risposte immediate, i tavoli di confronto di Palazzo Chigi sui provvedimenti economici resteranno senza interlocutori. Di sicuro, senza la delegazione guidata da Emma Marcegaglia, che ha usato le parole più dure, spiegando di aver ricevuto il mandato dalla giunta di affondare il coltello senza esitazioni.

venerdì 30 settembre 2011

Soviet Italia: lo Stato controlla ancora 13mila società (3mila in più del 2003)

I dati in parte erano già noti. Ma i numeri snocciolati ieri dal rapporto stilato dal capo economista della Cdp, Edoardo Reviglio, al seminario sulle dimissioni fanno comunque un po’ impressione. A partire da quelle 13mila (addirittura cresciute rispetto alle 10mila del 2003) società disseminate sul territorio italiano che, alla faccia di privatizzazioni e liberalizzazioni, ancora risultano controllate o partecipate dallo Stato. A questo esercito di aziende pubbliche, dal sapore decisamente sovietico, si aggiungono immobili, terreni, infrastrutture, risorse naturali, beni culturali. Il tutto, bizzarra coincidenza, fa più di 1.800 miliardi, praticamente la stessa cifra del nostro debito.

giovedì 29 settembre 2011

Tremonti accerchiato. Mezzo governo al vertice con le parti sociali

Di sicuro non si può dire che Giulio Tremonti agisca nell’ombra. Ieri a via XX settembre, tranne un paio di ministri palesemente estranei ai temi in discussione, c’era praticamente tutto il governo. Dal titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, a quello dello Sviluppo, Paolo Romani, dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, a quello della Semplificazione, Roberto Calderoli. Il tutto, novità frutto della tregua siglata martedì tra il ministro dell’Economia e il premier Silvio Berlusconi, con la supervisione del gran visir di Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E oggi si replica, con l’aggiunta del Cavaliere, al tavolo sulle dismissioni del patrimonio pubblico, sempre nelle stanze di Via XX settembre.

mercoledì 28 settembre 2011

Putin grazie all’Eni incassa i dividendi libici

La guerra in Libia gli è piaciuta pochissimo, al punto da definire l’intervento dell’Onu «una crociata medievale». Quando si tratta di passare all’incasso, però, Vladimir Putin, non si fa problemi. Anche perché a trattare con il governo di transizione per l’ingresso dei russi nello sfruttamento del petrolio libico ci penserà la nostra Eni, che, malgrado le sgomitate di Sarkozy, sembra avviata a riottenere le posizioni occupate prima del conflitto.

Tremonti sigla la tregua col premier, ma finisce sotto tutela

La cabina di regia non c’è, ma la sensazione che Giulio Tremonti da oggi sia sotto stretta sorveglianza è difficile da scacciare. Sarà un caso, ma questa mattina, per la prima volta, un pezzo di Palazzo Chigi, nella persona del gran ciambellano Gianni Letta, sbarcherà a Via XX Settembre per presenziare al tavolo tra il ministro e le parti sociali sul decreto sviluppo. Mentre domani sarà lo stesso Silvio Berlusconi a presidiare il seminario convocato da Tremonti sulle dismissioni del patrimonio pubblico.

martedì 27 settembre 2011

C’è sempre più puzza di recessione

Il Crb è crollato del 4,86%. Così come l’S&P Gsci. Mentre il DJ-Ubs ha chiuso in calo del 4,41%. Non siamo di fronte all’ennesima diavoleria dei mercati. O ad una nuova categoria di prodotti finanziari più imperscrutabile dei neutrini del Cern. Tutt’altro. Dietro quelle sigle bizzarre si nascondono le cose più reali e concrete del mondo: le materie prime. Ovvero oro, petrolio, argento, ma anche rame, stagno, cacao, granturco o caffè. Ed è proprio lì che gli analisti, nei periodi di burrasca finanziaria, puntano gli occhi per capire quanto e come la crisi stia sconfinando dalle sale operative di Borsa per sbarcare nell’economia reale.

Semplificazioni all'italiana. Brunetta lapidato perché vuole applicare la legge e sburocratizzare i certificati antimafia

Guai, in Italia, a passare dalle parole ai fatti. Che la burocrazia sia un mostro da abbattere, una zavorra per la crescita e un onere improprio per cittadini e imprese nessuno lo mette in dubbio. Ma se qualcuno, come ha fatto ieri Renato Brunetta, si permette di indicare una via concreta, ecco che si scatena il finimondo.
A far scattare sull’attenti i professionisti dell’indignazione è stata la proposta del ministro della Funzione pubblica sulla “sburocratizzazione” dei certificati antimafia. Terreno scottante, ma strategico. Basta parlare con qualche imprenditore del Sud per rendersi conto di quante e quali peripezie debbano affrontare le aziende per ottenere il “bollino di onestà” dalle autorità. Che senso ha, si è chiesto Brunetta, costringere il cittadino a farsi dare un certificato dallo Stato da restituire poi allo Stato per lavorare con il settore pubblico?
L’idea, che vale principalmente per il Durc e per le certificazioni antimafia, è che i documenti rilasciati dalla Pa servano solo per i rapporti con i privati, mentre alle amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi verrebbe lasciata la scelta fra acquisire d’ufficio le informazioni oppure accettare le autocertificazioni di cittadini e imprese.

domenica 25 settembre 2011

Stangatina sull'eolico. La Robin Tax per i petrolieri la pagheranno le famiglie

Siamo alle solite. Nata per colpire i petrolieri, alla fine, la Robin Hood Tax la pagheranno le famiglie. Può sembrare uno scherzo, ma è esattamente quello che accadrà tra qualche settimana, quando il governo emanerà i decreti attuativi per ridisegnare il sistema degli incentivi all’eolico.

giovedì 22 settembre 2011

Quando D’Alema snobbava l’agenzia di rating

Cos’hanno in comune Massimo D’Alema e Gianfranco Fini? Entrambi fanno spallucce di fronte ai verdetti delle agenzie di rating. È curioso, se si pensa che la decisione di martedì di S&P, invece, ha scatenato un polverone di polemiche proveniente anche, tra gli altri partiti di opposizione, proprio da Pd e Fli.

Arriva la quarta manovra: tassano la casa

Ci risiamo. A pochi giorni dall’approvazione della manovra bis di ferragosto da 54 miliardi già spunta all’orizzonte un’altra stangata. Il ministero dell’Economia, per ora, smentisce, ma l’ipotesi circola con insistenza. E, visti i balletti che hanno caratterizzato le correzioni del bilancio nelle ultime settimane (con la manovra schizzata senza colpo ferire da 45,5 a 54,2 miliardi), nulla può essere escluso con certezza. La versione ufficiale arrivata in serata da Via XX Settembre è che la «manovra è pienamente sufficiente per il pareggio nel 2013».

mercoledì 21 settembre 2011

Giulio pensa di durare dieci anni

L’annuncio è tempestivo. I tempi un po’ meno. La risposta del governo al pressing internazionale (e nazionale) sulla necessità di rilanciare lo sviluppo è arrivata ieri, a poche ore dal declassamento di S&P, nel corso di un incontro con le associazioni delle imprese e delle banche a Via XX Settembre.

Occhio, Finmeccanica perde i pezzi

Da una parte i mercati, dall’altra le inchieste. Se il governo ci mette sopra pure i tagli alla difesa, per Finmeccanica la strada non è semplicemente in salita, ma così ripida da non essere più praticabile. Questo ha cercato di spiegare, ieri, l’ad Giuseppe Orsi davanti alla commissione Lavoro del Senato. Il manager l’ha presa un po’ larga, parlando di competitività, di crescita, di espansione nei mercati emergenti. La realtà è che la stretta sui fondi pubblici rischia di mettere il gruppo con le spalle al muro. E il risultato sarà che pezzi di quello che era l’orgoglio italiano della difesa e dell’aerospazio finiranno svenduti qua e là al migliore offerente.

martedì 20 settembre 2011

Effetto domino. Aumentano benzina e sigarette, ma la stangatina sull'Iva colpirà pure il carrello della spesa

Un effetto domino incontrollabile che alla fine colpirà anche i prodotti esclusi per legge dall’aumento
dell’Iva. È questo lo scenario, poco entusiasmante per le nostre tasche, che si va prefigurando a soli 3 giorni dall’entrata in vigore della manovra bis.

lunedì 19 settembre 2011

Il paradosso della crisi: in Italia il 20% degli impieghi resta vuoto


Il fenomeno è noto. Ma ogni volta che l’ufficio studi di Unioncamere sforna l’aggiornamento dei suoi dati è impossibile non strabuzzare gli occhi e fare un salto sulla sedia. Avete presente la crisi, il debito pubblico, le tasse? Ebbene, malgrado una leggera diminuzione rispetto allo scorso anno, ci sono ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro che restano vuoti. Non è possibile, direte voi. I numeri, però, parlano chiaro. Su un totale di 595mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese entro il 2011, circa 117mila sono considerate di «difficile reperimento». Espressione con cui il rapporto Excelsior stilato da Unioncamere e ministero del Lavoro intende che la ricerca può durare dai 6 mesi ad un anno. La percentuale di introvabili nell’estate del 2010 era del 26,7%. Adesso si tratta “solo” di un 19,7%.

sabato 17 settembre 2011

Vietato criticare le Coop. Condannata l’Esselunga


Vietato criticare le Coop. Se ancora non avete letto il libro-denuncia «Falce & carrello», correte ad acquistarlo perché tra qualche giorno non lo troverete più nelle librerie. Accogliendo un ricorso presentato dalla Lega delle Cooperative il Tribunale di Milano ha infatti condannato Esselunga per concorrenza sleale proprio sulla base del volume di fuoco scritto tre anni fa dal padre fondatore della catena di supermercati lombarda, Bernardo Caprotti.

Il giorno dell’Iva. Parte la stangatina sulle imposte indirette


Carburante, treni, elettrodomestici, abbigliamento, automobili. Occhio ai prezzi. Ieri la versione definitiva della manovra di ferragosto è stata pubblicata in Gazzetta. E da oggi le chiacchiere, gli annunci e gli inutili veti della Lega, che non voleva intervenire sulle imposte indirette, si trasformano in tasse, a partire proprio dall’aumento dell’Iva dal 20 al 21%. Sugli acquisti minori ma frequenti come la benzina, i detersivi o il caffè, la stangata sarà quasi impercettibile, un piccolo stillicidio quotidiano che, spicciolo dopo spicciolo, ci svuoterà progressivamente le tasche. Per chi dovrà comprare prodotti più costosi l’aumento sarà più robusto e visibile. Ma la sostanza cambia poco.

venerdì 16 settembre 2011

Arriva lo zio Sam. E vale quasi come una manovra


Forse il paragone con il crac della Lehman è azzardato. Certo è che un intervento coordinato di cinque banche centrali per immettere liquidità nel mercato non si vedeva dall’autunno del 2008. Mentre non era mai accaduto che ad un vertice Ecofin si presentasse, come accadrà oggi in Polonia, il ministro dell’Economia degli Stati Uniti. Difficile non pensare che la crisi del debito europeo stia iniziando ad essere vista, anche da Oltreocano, come una bomba pronta ad esplodere e a travolgere tutti i mercati internazionali come, se non peggio, era successo con i mutui subprime.

giovedì 15 settembre 2011

Liberalizzazioni addio. Arrivano 5 nuovi ordini professionali


Dovevano finire in soffitta e invece rischiamo di trovarcene tra i piedi cinque in più. No, non si tratta delle province, ma di un altro tormentone italiano rappresentato dagli ordini professionali, di cui tutti criticano le farraginosità, l’obsolescenza e gli effetti negativi sull’accesso dei giovani nel mondo del lavoro, ma che nessuno riesce a riformare seriamente.

Un cavaliere bianco per Ansaldo


Titoli alle stelle con volumi di scambi fino a otto volte sopra la media. A far scattare le valanghe di acquisti sul colosso Finmeccanica (+16,8%) e la sua controllata Ansaldo Sts (+20,2% dopo un rialzo teorico del 45%) non sono stati i giudizi di una grande banca d’affari, né l’annuncio di una commessa importante, ma le parole di un “futurista” di Pistoia. Può sembrare incredibile, eppure a far entrare in fibrillazione i mercati sono state le dichiarazioni, riportate dal Tirreno, del capogruppo di Fli, Alessio Bartolomei, nel consiglio comunale della città toscana.

Governo a caccia di altri 400 miliardi


Se i 54,2 miliardi della manovra bis (la correzione di bilancio più alta di tutti i tempi, persino di quella monstre di Amato da 96mila miliardi di lire) vi sembravano pochi, ora rischiano di diventare 400. Malgrado l’Europa abbia chiarito in mattinata di «non aver chiesto alcuna manovra o misura aggiuntiva», in Italia si continua a ragionare su una cura da cavallo che possa abbattere in un sol colpo dai 20 ai 30 punti percentuali di debito e far uscire il Paese dalla spirale delle turbolenze finanziarie sui titoli di Stato che rischiano di vanificare ogni sforzo messo in campo dal governo (e dei contribuenti) per agguantare il pareggio di bilancio.

martedì 13 settembre 2011

«Basta soldi all’Italia». Lascia il tedesco della Bce


La solita favoletta dei motivi personali, questa volta, è servita a poco. Il clamoroso addio del capo economista della Bce, Juergen Stark, si è abbattuto su un’Europa con i nervi a fior di pelle con la violenza di un uragano. Le Borse, partite con il piede sbagliato sin dalla mattina, alla fine della giornata hanno mandato in fumo 157 miliardi. Con Milano che da sola ha perso 15,6 miliardi, chiudendo in ribasso del 4,93%. A picco pure Madrid (-4,44%), Francoforte (4,04%), Parigi (-3,6%) e Londra (-2,35%). Non è andata meglio all’euro, precipitato a 1,36 dollari, ai minimi dallo scorso marzo. Mentre lo spread tra Btp e bund è volato intorno a quota 370 punti.

venerdì 9 settembre 2011

Lo sfregio di Trichet: è la manovra di Napolitano


La direzione è quella giusta, ma per essere sicuri che la barra venga mantenuta dritta Jean-Claude Trichet ha preferito rivolgersi direttamente al Colle. Che il pressing sul governo da parte del presidente Giorgio Napolitano durante la stesura della manovra bis sia stato serrato e costante, non è un mistero. E ieri, accanto alle parole di cauto apprezzamento per il lavoro del governo, il presidente uscente della Bce ha voluto sottolineare in maniera un po’ inusuale il ruolo svolto dal Quirinale, facendo capire non troppo velatamente che sarà lui l’interlocutore di Francoforte.

mercoledì 7 settembre 2011

Per non tagliare gli sprechi alzano l’Iva


Fiducia e tasse. Alla fine, sempre lì si torna. Dopo settimane di tira e molla, il governo piazza la pedina alla casella di partenza. Nel maximendamento alla manovra, su cui il Consiglio dei ministri straordinario di ieri sera ha già posto la fiducia, ricompare la supertassa europea, seppure ridimensionata, e arriva pure l’aumento dell’Iva. Forse non è ancora la puntata conclusiva, certo è che la telenovela è ricca di colpi di scena. Prima è stato il momento del “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, poi è arrivato quello del contributo di solidarietà perché aumentare le imposte indirette deprimerebbe i consumi, ancora dopo è spuntato il «contributo dall’evasione», che nelle parole di Giulio Tremonti avrebbe tranquillamente sostituito, nei saldi finali, quello di solidarietà. Adesso, per assicurare il lieto fine, ci ritroviamo con più Iva, più Irpef e un fisco con gli artigli sempre più affilati.

Riforma pensioni al rallentatore. Donne a riposo a 65 anni nel 2026


Due anni. Le donne andranno in pensione come gli uomini (a 65 anni) nel 2026 e non più nel 2028. Di tutto quello che si poteva (e doveva) fare sul fronte previdenziale, questo è quanto il PdL è riuscito a strappare agli “amici” della Lega. L’ultima (e non è detto che sia quella definitiva) versione della manovra prevede un ulteriore anticipo della misura già contenuta nella prima manovra. Nel provvedimento approvato a luglio l’allineamento partiva dal 2020 per arrivare a regime nel 2032. Un iter assai morbido che l’emergenza di agosto ha costretto a riscrivere. Nella manovra bis la data di partenza dell’adeguamento era scesa al 2016, con traguardo previsto al 2028.


martedì 6 settembre 2011

Le esportazioni tengono a galla l’Italia


L’export non si ferma, ma le difficoltà dell’Italia si fanno sentire anche qui. Non è un caso che il sottosegretario al Commercio estero, Catia Polidori, abbia già convocato gli Stati generali del settore per tentare di dare una mano alle imprese che scommettono sull’internazionalizzazione.

Giulio tra Bossi e il Tesoro. Mal di pancia tra gli azzurri


Una scappatella dall’amico Umberto Bossi e poi una fuga a Roma per studiare possibili limature alla manovra. L’agenda ufficiale di Giulio Tremonti prevedeva per la giornata di ieri un unico appuntamento: il ministro avrebbe dovuto essere il protagonista dell’anteprima del Festival del Diritto che si terrà a piacenza dal 22 al 25 settembre. Tema dell’incontro: le prospettive dell’Italia tra umanesimo e tecnocrazia.

Altra fregatura: salvi i mini-enti


Si parte oggi alle 16.30. E non è escluso che la pratica si possa chiudere già domani pomeriggio. Malgrado le vesti stracciate in piazza da sindacati e opposizioni nel giorno del grande sciopero generale di protesta proclamato dalla Cgil, sulla manovra si va profilando un’accelerazione bipartisan. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha infatti convocato per le 12 una nuova conferenza dei capigruppo dopo le dichiarazioni convergenti dei presidenti dei senatori Pd e Pdl, Anna Finocchiaro e Maurizio Gasparri, di anticipare il voto finale sul provvedimento. Resta ancora da vedere, però, se il governo rinuncerà alla procedura ormai collaudata sulle leggi di bilancio della fiducia su un maxiemendamento che recepisca (più o meno) il testo uscito domenica sera dalla commissione Bilancio.

mercoledì 24 agosto 2011

Anche la Cina scalpita per i pozzi libici


I fucili ancora non hanno smesso di sparare, ma gli emissari delle compagnie e le diplomazie internazionali sono già al lavoro per ripartire alla conquista dei pozzi libici. Sullo scenario si stanno muovendo sia i vecchi attori, che sperano di confermare il proprio ruolo o di spostare i precedenti equilibri a proprio vantaggio, sia soggetti, come la Russia o la Cina, che tentano di approfittare del caos post bellico per accaparrarsi una fetta più grande della torta.

martedì 23 agosto 2011

Unicredit non trova pace in Borsa


Dopo due sedute difficili le Borse europee provano un nuovo rimbalzo, ma il clima resta molto incerto. I mercati hanno infatti aperto la settimana con segnali diversificati: l’oro fa segnare nuovi record storici oltre i 1.890 dollari l’oncia, il petrolio non sfrutta il possibile epilogo della crisi libica, l’euro si muove al ribasso. E, nella giornata in cui la Bce conferma ingenti acquisti di titoli di Stato, torna la tensione sulla Grecia. Il nodo sta nell’accordo bilaterale, per ora unico, chiesto e ottenuto dalla Finlandia per partecipare al piano di salvataggio di Atene, con il versamento da parte della Grecia di un deposito in contanti di garanzia, che verrà investito in obbligazioni tripla A in cambio della partecipazione di Helsinki al salvataggio. Ora lo stesso trattamento potrebbe essere chiesto da altri Paesi, mettendo a rischio l’intero piano. Così i titoli di Stato ellenici hanno fatto segnare rendimenti in forte crescita (circa 25 punti base), con la Borsa di Atene che, unica in Europa, ha ceduto oltre i due punti percentuali.

Le Borse si godono la disfatta di Gheddafi. L’Eni sente profumo di petrolio


Le notizie rimbalzano da Tripoli a Rimini, dove i vertici delle principali aziende italiane, tra una conferenza e l’altra, gironzolano tra gli stand del Meeting di Cl. L’ottimismo sembra dettare la linea. Malgrado la situazione in Libia sia ancora fluida ed incerta, tutti già festeggiano. L’ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, dice di aver «parlato con Bengasi» e assicura che «i contratti in essere verrano rispettati». «Si riapre un mercato importante», dice il presidente dell’Eni, «che serviva a garantire il fabbisogno italiano di energia». E il fatto che succeda prima dell’inverno, continua, «è una cosa positiva». L’Enel, con l’ad Fulvio Conti, si dichiara addirittura pronto a valutare «opportunità di investimento» nel Paese nordafricano ora che non c’è più Gheddafi.

lunedì 22 agosto 2011

La disoccupazione frena. Ma il Sud resta un dramma


La notizia buona è che l’emorragia di posti di lavoro frena e le assunzioni ripartono. Quella cattiva è che la risalita è ancora molto lunga. Malgrado i dati positivi il saldo totale resta purtroppo ancora negativo di quasi 88mila unità. A preoccupare è soprattutto la difficoltà del Mezzogiorno a rimettersi sui binari. Rispetto ad una contrazione tutto sommato limitata al Nord-Ovest (-0,5%), al Nord-Est (-0,4%) e al Centro (-0,7%), la flessione occupazionale al Sud è invece più robusta, dell’1,6%.

Il senatore Nicola Rossi: «La patrimoniale per super-ricchi permetterà di tagliare le tasse»


Stretta sulle pensioni d’anzianità, dismissioni per abbattere il debito pubblico e mini-patrimoniale per i super ricchi. Sono questi i tre punti che secondo Nicola Rossi cambierebbero il volto alla manovra, trasformando «contenuti deludenti» in «misure strutturali» che permetterebbero di allungare lo sguardo oltre l’emergenza del pareggio di bilancio. «Perché il mondo non finisce nel 2014», spiega  l’ex consigliere economico di Massimo D’Alema nonché ex senatore del Pd (ora nel gruppo misto). Rossi, che in questi giorni ha sintetizzato le sue proposte nella contromanovra in dieci punti presentata dalla fondazione montezemoliana Italia Futura, aveva accolto con favore l’annuncio del governo di anticipare di un anno l’obiettivo della correzione di bilancio.


Case e terreni: in ballo 360 miliardi


«È prematuro parlarne, sono solo ipotesi che dovranno essere discusse». Puntuale, come accade ormai tutti i giorni su tutte le proposte di modifica che trapelano dagli ambienti della maggioranza, è arrivata la smentita. Secondo il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini,  l’accelerazione sulla dismissione degli immobili pubblici contenuta nella manovra che martedì approderà in Commissione Bilancio di Palazzo Madama, è tutta da vedere. «Le ipotesi saranno valutate in base alla compatibilità con i vincoli di bilancio e solo a quel punto si potrà cominciare a valutare concretamente», ha detto Azzollini, aggiungendo che «sui giornali ci sono state tre manovre alternative: è stata venduta la Rai, poi le Poste ora gli immobili... dobbiamo andare con i piedi di piombo».

sabato 20 agosto 2011

Solo la new economy fa girare i soldi


Internet e i telefonini sembrano essere l’unico settore in cui, malgrado la bufera che ha travolto le economie e i mercati internazionali, si continuano a fare affari e a chiudere operazioni. Non è un caso che la Apple in questi giorni abbia un valore di Borsa (340 miliardi di dollari) praticamente identico alla somma delle 32 maggiori banche europee. Dopo il colpaccio di Google, che si è pappato in un boccone gli smartphone di Motorola mettendo sul piatto 12,5 miliardi, a scuotere il mondo della new economy è arrivato l’annuncio clamoroso di Hp, che ha deciso di abbandonare il mercato dei pc, di cui è uno dei leader mondiali, e di puntare sui servizi per internet, con una maxi acquisizione da 11,7 miliardi.

Ultima idea: vendere caserme e uffici pubblici


Mentre spunta la carta dismissioni, che porterebbero liquidità immediata, si rafforza l’asse tra i frondisti del Pdl e l’Udc su alcuni punti da inserire in manovra. In particolare, la convergenza sembra puntare dritta su province, che verrebbero abolite, e quoziente famigliare, che consisterebbe in una rimodulazione del contributo di solidarietà per chi ha figli a carico.

venerdì 19 agosto 2011

La stangata sull’Iva è certa. Si discute solo sul come


In un modo o nell’altro la stangata sull’Iva arriverà sul groppone degli italiani. L’idea di alzare le aliquote delle imposte indirette per ammorbidire l’effetto del contributo di solidarietà continua ad essere al centro del dibattito sulla manovra di ferragosto.

Triplo no del governo allo scudo


Non ci sarà uno scudo fiscale bis. C’è voluta una tripla smentita del governo per fugare l’ipotesi. Nessun condono è in arrivo, hanno fatto sapere prima il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e, successivamente, Paolo Romani. «Una realtà virtuale che nella manovra non c’è», ha fatto notare il primo. «A mio avviso», ha dichiarato il titolare dello Sviluppo economico, «il governo al momento non sta studiando questa ipotesi». Anche il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, fa sapere: «Uno scudo bis per i capitali esportati all’estero non è una misura in programma».

giovedì 18 agosto 2011

Il Tfr subito in busta paga? Ai lavoratori non conviene


Prima ci hanno raccontato che era meglio investirlo in un fondo per integrare la pensione, in vista delle future strette previdenziali, ora vogliono addirittura che ce lo spendiamo mese per mese, per rilanciare i consumi. Tra le varie ipotesi di modifica della manovra bis lanciate nel caldo ferragostano, in attesa che martedì in commissione Bilancio del Senato parta l’esame del provvedimento (la prima seduta d’Aula è invece convocata per il 5 settembre), fa discutere quella che riporta sotto i riflettori il trattamento di fine rapporto. L’idea piace a Umberto Bossi che l’ha sparata dal comizio del 15 a Ponte di Legno attribuendone la paternità a Giulio Tremonti.

mercoledì 17 agosto 2011

Autogol Robin Tax: gettito perso in una seduta di Borsa


Rastrellare 3,6 miliardi per bruciarne 3,5. È questo l’effetto paradossale della nuova Robin Hood Tax al termine del primo giorno di contrattazioni in Borsa dopo la pubblicazione in Gazzetta della manovra bis. Malgrado la tenuta complessiva di Piazza Affari (dopo una giornata in altalena l’Ftse Mib ha chiuso con un calo dello 0,8%), l’inasprimento dell’addizionale Ires per le società dell’energia ha mandato a picco tutti i titoli del settore. La mazzata ha risparmiato solo l’Eni, che in finale di seduta è riuscita a recuperare con un più 0,4%. Per il resto, i ribassi vanno da quelli robusti di Enel (-4,2%), Saras (-4,4%), Edison (-3,3%), Enel Green Power (-5,4%), Falck Renewables (-6,%), Ternienergia (-3,9%), A2A (-1,5%), Iren (-4,6%) e Acea (-1,4%), a quelli devastanti di Snam Rete Gas e Terna, che hanno perso rispettivamente il 9,9 e il 13,6%.

venerdì 29 luglio 2011

Il giovedì nero di Tremonti. Anche il Corriere lo scarica. Solo il Senatur lo difende


Scuro in viso come raramente si è visto. Giulio Tremonti si è presentato alla conferenza stampa (alle 16 passate, con quasi un’ora di ritardo) per illustrare il nuovo fondo strategico della Cdp con gli occhi fissi, il volto contratto e un muso che sfiorava i piedi. Sulle vicende giudiziarie e politiche solo una battuta a mezza bocca prima di iniziare l’intervento: «Vi do una notizia, mi sono dimesso da inquilino».

giovedì 28 luglio 2011

Emma, banche, Cgil: mucchio anti-Cav


Manca solo il circolo della bocciofila. La nota uscita ieri in serata sarebbe il frutto di una composizione a più mani cui hanno partecipato praticamente tutte le parti sociali. Tutte in campo per strigliare il governo. L’elenco è lungo. Si va dall’Abi, all’Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega Cooperative, Agci), da Coldiretti a Confagricoltura, a Confapi, fino a Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, casartigiani, Confesercenti). Non mancano all’appello i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, per una volta, apparentemente, tutti uniti.

Berlino scommette contro di noi


Certo, ci sono state anche giornate buone, ma con il crollo di ieri siamo arrivati alla sesta seduta nera per i listini di Piazza Affari nel solo mese di luglio. Sei volte in meno di 30 giorni in cui la Borsa ha chiuso le contrattazioni con perdite superiori al 2,5%. Ieri lo scivolone è stato del 2,8%, con le principali banche (Intesa, Unicredit, Mediobanca e Ubi) precipitate quasi tutte del 5% a causa delle nuove tensioni sui titoli di Stato. Lo spread tra i Btp e i bund tedeschi è tornato sopra i 310 punti. Un livello che il Paese non potrà sostenere a lungo. Se il differenziale non scenderà in fretta sotto i 300 punti, come ha spiegato tempo fa Bankitalia e ha ribadito ieri il sottosegretario al Tesoro, Bruno Cesario, l’impatto sulle finanze pubbliche inizierà a farsi sentire: «L’incremento della spesa per interessi sarà di 0,2 punti percentuali di Pil nel 2011 e di 0,4 e 0,5% negli anni successivi». Per essere chiari si tratta di valori che oscillano tra i 3,5 e gli 8 miliardi.

mercoledì 27 luglio 2011

Fini colto sul fatto: stipendi aumentati


«Di qui alla fine della legislatura   il risparmio complessivo sarà di 151 milioni», annuncia Gianfranco Fini durante la cerimonia del ventaglio. Qualche ora prima, l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha dato il via libera al pacchetto di tagli proposto dal presidente della Camera. Che, incontrando i giornalisti, non si è fatto scappare l’occasione per rivendicare quanto fatto: «La Camera restituirà al bilancio dello Stato 20 milioni nel 2011, 20 nel 2012 e 20 nel 2013». Sessanta milioni in tutto. A cui si aggiungeranno oltre 90 milioni di sforbiciate decise alcuni mesi fa.
Il presidente snocciola con orgoglio i numeri dei tagli (che anche il Senato nei prossimi giorni metterà in atto), ma evita di parlare dell’aumento del 3,2% delle retribuzioni che Montecitorio, come svelato ieri da Libero, ha concesso alla fine di giugno ai dipendenti, in barba ad un blocco per tutti gli altri statali che è partito nel 2010 e non si concluderà prima del 2014.

giovedì 21 luglio 2011

Tutti tagliano, ma Fini alza gli stipendi


Finché le cifre non saranno scritte nero su bianco nei bilanci di Camera e Senato è difficile fidarsi. Anche i tagli sbandierati da Giulio Tremonti sembravano cosa fatta. Poi, sfogliando la manovra, si è scoperto che se ne parla solo dalla prossima legislatura. Anche la correzione di bilancio doveva essere tutta sul lato della spesa, poi la Ragioneria dello Stato ci ha spiegato che il 60% delle risorse arrivano da nuove entrate (in altri termini: tasse) e solo il 40% da sforbiciate alle uscite.

Bruxelles benedice il matrimonio tra Veolia e Trenitalia


Ci sono voluti alcuni anni, molte battaglie e pure la creazione di una nuova società, ma alla fine i treni di Mauro Moretti sono riusciti a sbarcare in territorio francese. Da dicembre la joint venture paritetica tra Trenitalia e Veolia Transport potrà partire con il servizio sulle tratte Roma-Parigi e Venezia-Parigi. Il via libera dell’Antitrust europeo, arrivato ieri, all’accordo tra le Fs e la controllata del Colosso francese Veolia rompe di fatto un argine che per l’Italia era particolarmente fastidioso, visto che le ferrovie d’Oltralpe, Sncf, tra qualche mese si avventerà insieme ai suoi soci di Ntv sulle tratte più redditizie dell’alta velocità nostrana.
Sbloccato l’impasse, ora l’ad delle Ferrovie dello Stato è pronto a sfidare i colleghi francesi sui loro stessi binari. Le altre rotte su cui la nuova compagnia sta studiando l’opportunità di avviare propri servizi sono la Torino-Lione, linea convenzionale, la Parigi-Bruxelles e la Parigi-Milano ad alta velocità. Non solo. L’alleanza con Veolia (già attiva in 28 Paesi) permetterà alle Fs di aggredire anche gli altri mercati. Tra gli obiettivi c’è infatti la partecipazione alle gare per i servizi ferroviari europei. A partire da quelle che ci saranno Inghilterra per i servizi Intercity West Coast e per i servizi regionali e intercity in Greater Anglia.

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Per gli onorevoli niente tassa sulle pensioni d’oro. Ma Tremonti promette: presto la introdurremo


Mettere i numeri a confronto produce sempre effetti sorprendenti. Prendiamo le pensioni. Nella manovra appena licenziata dalle Camere è previsto un contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette “pensioni d’oro”, cioé superiori ai 90mila euro annui. Il contributo è del 5% per la parte eccedente i 90mila euro, e del 10% sopra i 150mila euro. Dalla misure deriveranno maggiori entrate al lordo del fisco per 18 milioni nel 2011, 44 milioni nel 2012, 44 milioni nel 2013 e altri 44 milioni nel 2014. I risparmi complessivi sono pari a 150 milioni nel quadriennio.

martedì 19 luglio 2011

Tremonti perde un altro "consigliere". Lascia il ministro pure la compagna di Milanese, Manuela Bravi (che resta, però, al Poligrafico)

Alla fine, ha lasciato anche lei. Anche lei, come il suo compagno Marco Milanese, si è dimessa da consigliere di Giulio Tremonti. La donna dei gioielli e della bella vita, delle vacanze a New York al seguito dei cinepanettonari De Sica e Ferilli. Di Manuela Bravi si è parlato e scritto molto nelle ultime settimane. Alcune volte a sproposito, altre semplicemente pubblicando verbali di interrogatorio. Il suo, in particolare, in cui lo scorso aprile di fronte ai pm come persona informata sui fatti non si fa troppi problemi a fare nomi e cognomi, a parlare di cene in cui sarebbero stati commessi reati, a ricostruire una presunta rete di talpe e informatori, a trascinare nell’inchiesta sulla P4 persone di cui i magistrati dovranno accertare ruoli e responsabilità.

venerdì 15 luglio 2011

Al Senato passa la manovra. Pagano famiglie e imprese. Nel nuovo testo (di 48 miliardi) il peso delle imposte arriva al 60%. Dal taglio delle agevolazioni fiscali e dalle accise 22 miliardi

Il passaggio in Senato è stato così veloce da lasciare di stucco persino Giorgio Napolitano. «È un miracolo», ha detto il capo dello Stato commentando il voto lampo che ha spedito la manovra correttiva alla Camera, dove oggi arriverà l’approvazione definitiva. Viene da chiedersi dov’erano gli speculatori negli ultimi cinquant’anni, visto il risultato straordinario che sono riusciti ad ottenere. Due giorni, 161 sì, 135 no, 3 astenuti e quella che una volta veniva chiamata la finanziaria ha completato il suo iter in un ramo del Parlamento. Forse non è mai accaduto nella storia della Repubblica. E forse non accadrà mai più.

giovedì 14 luglio 2011

Draghi batte cassa Giulio si dà fiducia e allontana Monti

In serata si scioglie anche la questione che in questi ultimi giorni ha forse tolto il sonno a Giulio Tremonti più dei problemi sulla manovra e gli attacchi della speculazione. Il procuratore capo di Napoli ha smentito ufficialmente il chiacchiericcio che circolava in questi giorni sulla possibilità che il ministro dell’Economia venisse tirato dentro l’inchiesta a carico del suo ex braccio destro Marco Milanese. «In riferimento ad alcune notizie di stampa destituite di fondamento ribadisco, ancora una volta, che il ministro Tremonti non risulta assolutamente iscritto nel registro degli indagati di questo ufficio e che debba essere ascoltato come persona informata sui fatti nei prossimi giorni». Firmato: Giovandomenico Lepore.

Tutte le bufale delle agenzie di rating

C’erano una volta le agenzie di rating. Quando, forse mai, racconteremo ai nostri nipotini che l’economia mondiale era affidata a tre società statunitensi che non ne hanno mai azzeccata una, probabilmente penseranno che gli stiamo propinando l’ennesima favola. Eppure, ormai non passa giorno senza che una delle tre sorelle del rating provochi sconquassi e terremoti.

martedì 12 luglio 2011

Stangata in anticipo per famiglie e imprese

La manovra potrebbe diventare più salata. È questa una delle ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici del Tesoro se l’emergenza europea dovesse continuare a tenere sotto scacco l’Italia. La possibilità non è ancora concreta, ma la voce sta iniziando a circolare. I saldi dovrebbero restare gli stessi, ma alcune misure potrebbe essere rimodulate nei tempi in modo da risultare immediatamente effettive e pesare da subito nelle tasche degli italiani. Se poi le cose dovessero veramente andare male, il governo è pronto a mettere in atto il cosiddetto piano B, che sarebbe quello di tagliare del 15% le agevolazioni fiscali contenute nella delega.

La rivincita di Tremonti. Ora sì che è intoccabile

Con un occhio ai giornali italiani, zeppi di verbali su Milanese & c., e uno a quelli internazionali, che parlano di speculazione, spread e crisi dei debiti sovrani. Il nome di Giulio Tremonti spunta ovunque. Da una parte per i legami con il parlamentare finito sotto inchiesta, dall’altra per la sua manovra correttiva che dovrebbe sottrarre il Paese agli assalti dei mercati.

lunedì 11 luglio 2011

De Benedetti fa i conti per la tv anti-Cav

Cinquecentosessanta milioni di euro non sono pochi. Se per Fininvest la stangata del Lodo Mondadori equivale a tre anni e mezzo di utili, per la Cir di Carlo De Benedetti gli anni diventano circa dieci. La holding che controlla il gruppo L’Espresso (oltre a Sorgenia, Kos e Sogefi) ha infatti chiuso il 2010 con un risultato netto positivo per 56,9 milioni. La domanda che tutti ieri si sono posti è: cosa ci farà l’ingegnere di Repubblica con un regalo così generoso?

sabato 9 luglio 2011

Le lacrime dell’ex uomo delle nomine: «Il ministro non mi vuole più parlare»

Marco Milanese scoppia in lacrime davanti ai colleghi, in aula alla Camera. Non è per la richiesta d’arresto arrivata da Napoli. La questione è che il deputato del Pdl non ha fatto in tempo a chiamare casa e sua figlia ha appreso la notizia dal telegiornale. E ora è al cellulare, disperata. Lui si accascia sulla poltrona. I colleghi, quelli amici, fanno la fila per stringerlo in un abbraccio. Altri non lo degnano neanche di uno sguardo: Milanese non è popolarissimo tra gli onorevoli del Pdl, forse per il rapporto che lo lega a Tremonti, anche se «sono quindici giorni che Giulio non si fa vivo», rivela agli amici. Più o meno da quando ha lasciato l’incarico a via XX settembre. Milanese, comunque, è convinto che tutto finirà in una bolla di sapone: «La Ferrari? Non l’ho comprata, l’ho presa in leasing».

giovedì 7 luglio 2011

Le aziende italiane pagano l’energia il 26% in più dell'Europa

In Italia i prezzi di luce e gas sono i più alti d’Europa. A farne le spese sono soprattutto le piccole e medie imprese. Per le famiglie, invece, il gap si sta assottigliando. Al punto che nelle fasce di basso consumo si paga anche meno della media Ue.

Parla il ceo di France24 Alain de Pouzilhac. «Una Al Jazeera in francese». Parigi lancia la tv di propaganda.

Conquistare il mondo a colpi di reportage. L’idea originaria è di Jacques Chirac, ma il progetto di creare una corazzata dell’informazione in grado di contrastare l’informazione anglosassone e araba porta la firma di Nicolas Sarkozy.

Buone notizie: frena la cassa integrazione e crescono i consumi

Cassa integrazione, consumi e morti bianche. Mentre le parti sociali e la sinistra si accapigliano sulla manovra, il Paese inanella una serie di risultati positivi che meriterebbero, forse, più attenzione.

Cazzola: «Elimineremo i tagli alle pensioni più basse»

Un passo indietro, a saldi invariati. Giuliano Cazzola, che di pensioni se ne intende, è convinto che l’operazione di ritocco sui tagli alle rivalutazioni dei trattamenti previdenziali previsto nella manovra sia possibile. Anche perché, spiega il senatore del PdL con un passato nel sindacato “rosso”, «l’errore è stato fatto e prima lo correggiamo, meglio è».

martedì 5 luglio 2011

Morando: «Bersani sbaglia, la manovra è necessaria»

«La matematica è quella giusta. Sulle singole misure si può discutere, ma l’entità e i tempi della manovra sono quelli imposti dall’Europa». Parola di Enrico Morando. La sensazione è che nel Pd sulla manovra ci sarà parecchio da discutere.

Ora l’Italia richiama i maestrini della finanza

Un report scritto nella notte sulla base di indiscrezioni giornalistiche o, nella migliore delle ipotesi, su un testo uscito dal Consiglio dei ministri che sarà ancora oggetto di modifiche, (ieri il Tesoro ha lavorato tutto il giorno alle limature), fino alla sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

venerdì 1 luglio 2011

Slitta la sforbiciata agli onorevoli. Meno sprechi solo nel 2014

Alla fine un colpo è arrivato. I tagli alla casta sono entrati in manovra. Per vedere le sforbiciate ai costi della politica, però, bisognerà aspettare, se tutto va bene, almeno un paio di anni.

Il governo approva la manovra da 47 miliardi. Tassate auto e banche, salva la cultura

Restano le stangatine su Suv, transazioni finanziarie, trading delle banche e l’aiutino agli allevatori sulle quote latte. Spuntano le agevolazioni fiscali per i giovani imprenditori, il 5 per mille alla cultura, la liberalizzazione dei distributori di benzina, la stretta sulle malattie dei dipendenti pubblici, il riassetto dell’Ice e i tagli ai costi della politica, che però partiranno dalla prossima legislatura. Ma la vera novità sono le numerose ore di Consiglio dei ministri che si sono rese necessarie per dare il via libera alla manovra e alla legge delega sul fisco.

giovedì 30 giugno 2011

E sui tagli alla casta scende il silenzio

Intendiamoci, nessuno ha mai pensato seriamente che abbassando un po’ la cilindrata delle auto blu si possa risanare il bilancio dello Stato. Con i tagli alla casta si recupereranno spiccioli in confronto all’enormità dei debiti contratti dal Tesoro con Bot e Cct.

La beffa. Arriva il superbollo. Stangati gli autonomi. Spunta un balzello sulle operazioni di Borsa

Le tasse, per ora, non calano. In compenso costerà più caro circolare sulle auto di grossa cilindrata e investire in Borsa. Sono queste le ultime novità trapelate dagli uffici dei tecnici del Tesoro che ieri hanno continuato a lavorare al testo della manovra che oggi approderà al Consiglio dei ministri. Dopo le polemiche delle ultime settimane e il pressing su Giulio Tremonti tutti si aspettavano una finanziaria light condita anche con una riforma del fisco che avrebbe dovuto alleggerire il peso delle imposte. E invece, puntuale come un orologio svizzero, è arrivata l’ennesima stretta alla cinghia. L’entità della stangata è tutta da definire. Le associazioni dei consumatori si sono presi la briga di fare qualche calcolo approssimativo sulla base dei provvedimenti che sembrano ormai definitivi e parlano già di un impatto sulle famiglie di 500-600 euro nell’ipotesi più ottimista e di  900 euro in quella peggiore.

mercoledì 29 giugno 2011

Cambi di opinione. Tremonti ha fatto girar la testa a Pd, Pdl e Confindustria

«Tremonti dice che i soldi non ci sono, perché non lo fate fuori?». Una battuta, chiaramente, quella pronunciata da Silvio Berlusconi lo scorso 14 marzo. Ma c’è chi, senza scherzare, sul ministro dell’Economia, ha detto tutto e il contrario di tutto. Non serve andare troppo indietro, agli scontri con Fini del 2004 che portarono alle dimissioni del titolare di Via XX Settembre. Basta prendere un po’ di dichiarazioni dell’ultimo anno. E la follia scatenata dal tributarista di Sondrio è servita.

La Corte dei conti promuove il ministro ma spinge sul fisco

Un colpo al cerchio. Uno alla botte. Come si conviene. L’aggiustamento è «gravoso e complesso», per le amministrazioni «ai limiti della sostenibilità», ma in ogni caso occorre procedere sulla strada del «rigore». A parlare della manovra che il governo si appresta a varare giovedì è la Corte dei Conti che ieri in occasione del Giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato ha anche toccato la questione fiscale: ha definito «improrogabile» una riforma che alleggerisca il peso su salari e pensioni, chiede di puntare sulla lotta all'evasione, e afferma di condividere il progetto di «disboscamento» delle detrazioni.

Milanese, Adinolfi e la cena vecchia di sette mesi

Come in tutte le inchieste (italiane) che si rispettino, prima o poi, i conti non tornano. Ma è curioso che ad inciampare nell’inconveniente, questa volta sia proprio l’ex braccio destro del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che a tirare le somme è impegnato tutti i giorni.

I Bot alle stelle rafforzano Giulio

Pazzo o no, di sicuro Giulio Tremonti non è un uomo sfortunato. Alla vigilia di un confronto con la maggioranza sulla manovra e sulla riforma del fisco che si preannuncia durissimo, il ministro dell’Economia riceve un aiuto prezioso dai mercati finanziari che ieri hanno registrato il nuovo record storico del premio di rendimento pagato dai Btp decennali italiani rispetto al corrispettivo tedesco.

lunedì 27 giugno 2011

Bpm congelata dai dipendenti-azionisti

I soci di Bpm dicono sì all’aumento, ma no a Bankitalia. Per venire incontro ai rilievi di Palazzo Kock, che aveva sollecitato di far salire da 3 a 5 il numero delle deleghe di voto, serviva un quorum di due terzi. Ma su 3.835 azionisti presenti in assemblea in proprio o per delega, i no sono stati 2.093, un numero di gran lunga superiore ai favorevoli che hanno comunque raggiunto quota 1.731, confermando la spaccatura tra le diverse anime della banca.

sabato 25 giugno 2011

Bruxelles bacchetta Telecom e la banda ultralarga in Trentino

Una raffica di domande che potrebbero mettere al tappeto il cosiddetto modello Trentino per la banda ultralarga e ripercuotersi a livello nazionale. È una specie di bomba quella arrivata ieri dall’Antitrust della Commissione Ue all'Italia. Una lettera, che Libero ha potuto visionare, in cui Bruxelles chiede chiarimenti formali sulla natura del progetto siglato dalla Provincia di Trento e Telecom per la creazione di una società mista pubblico-privata con l'obiettivo di portare la fibra nel 60% delle case. Il caso ha voluto che il documento sia arrivato lo stesso giorno in cui l'ad, Franco Bernabé, proprio da Trento ha dichiarato che nell'ultimo incontro del tavolo Romani sulla Ngn «sono stati fatti dei passi in avanti rispetto alle posizioni precedenti». Le aperture del governo rischiano ora di essere rimesse in discussione. La Commissione si chiede anche per quale motivo Trento abbia deciso di prendere decisioni diverse da quelle del governo. Molte questioni sollevate dalla Ue sono proprio quelle su cui lo Sviluppo economico sta ancora cercando l'accordo con Telecom. «In cosa consistono», si chiede Bruxelles, i «diritti speciali» di Telecom menzionati nel memorandum? Se nel documento non ci fosse scritto Trentino Ngn, si potrebbe pensare che nel mirino ci sia FiberCo, la newco che dovrebbe nascere dal tavolo del governo.

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