giovedì 28 gennaio 2010

Marchionne chiude in Italia e pensa a Saab

Stop, si chiude. Tanto per gettare un po’ di benzina sul fuoco delle proteste e per incalzare il governo sulla proroga degli incentivi che tarda ad arrivare. Fatto sta che tutti gli stabilimenti della Fiat Auto si fermeranno due settimane, l’ultima di febbraio e la prima di marzo. La cassa integrazione interesserà Mirafiori, Melfi, Termini Imerese, la Sevel, Cassino e Pomigliano: in totale circa 30.000 lavoratori. L’azienda spiega che la decisione è dovuta all’andamento degli ordini a gennaio che, «dopo il periodo positivo di fine 2009, si stanno drasticamente ridimensionando a un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell’anno scorso, quando il mercato era in grave crisi». L’azienda, malgrado le manciate di ottimismo sparse nella presentazione dei conti di lunedì con l’annuncio del ritorno all’utile entro la fine dell’anno, prevede che «questo andamento negativo continui», e ritiene quindi necessario «adeguare i livelli produttivi alla domanda». Immediata la reazione dei sindacati, che sono più o meno concordi nel giudicare la decisione del Lingotto un pessimo segnale e chiedono l’intervento urgente del governo. Non si fermano, ovviamente, le proteste dei lavoratori. Un gruppo di operai dell’indotto Fiat di Termini Imerese ha bloccato ieri mattina l’ingresso dei Tir davanti ai cancelli dello stabilimento. Mentre tredici operai della Delivery Mail per la settima notte consecutiva hanno dormito sul tetto della fabbrica. E lo stato di agitazione prosegue anche a Pomigliano d’Arco.Da Stoccolma invece Sergio Marchionne traccia scenari sul futuro del gruppo, con un occhio alla Saab, che proprio in queste ore sta passando di mano dalla General Motors agli olandesi di Spyker. «Mi piace il marchio Saab», ha detto il manager, prevedendo un percorso difficile per la nuova proprietà. «Penso sia difficile essere un player di nicchia e allo stesso tempo profittevole. I player marginali continueranno a essere marginalizzati. Non si può costruire sulle speranze e sui sogni», ha spiegato Marchionne, lasciando trapelare un interesse per la casa svedese ceduta da Gm, secondo quanto si apprende, per 74 milioni di dollari cash e 326 milioni in azioni della nuova società che nascerà al termine dell’operazione.La Saab si inserirebbe nel progetto di Marchionne di dare vita ad un grande polo dell’auto sportiva di lusso. Piano cui il manager ha dato un colpo d’acceleratore con la nomina di Harald Wester alla guida della Alfa Romeo Automobiles, che riunisce i tre brand a vocazione sportiva Alfa, Maserati e Abarth. L’operazione, che ora potrebbe vedere coinvolta anche la casa svedese (che Gm non avrebbe mai venduto direttamente a Fiat), implicherebbe una nuova organizzazione della produzione, con la delocalizzazione delle utilitarie e il mantenimento in Europa, dove sfornare veicoli costa di più, dei segmenti di fascia alta che potrebbero garantire un margine di guadagno più consistente.

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